Italia-Portogallo è una delle partite di UEFA Nations League in programma nella serata di sabato 17 novembre 2018 a partire dalle 20.45. Ecco le dichiarazioni del CT Roberto Mancini alla Vigilia dell'incontro e le aspettative per questa partita.
Luci a San Siro per una Nazionale chiamata a rispondere le attese: il pubblico non si rassegna la squadra chiamata a realizzare il sogno. La Nazionale non è mai morta, mi ricordo bene le due partite di spareggio contro la Svezia e meritavamo di andare al mondiale. Il calcio è questo, è capitato a tutte le Nazionali. Ora ci siamo rimboccati le maniche, ma credo che la strada sia abbastanza lunga“. Sono le parole del ct azzurro, Roberto Mancini, in conferenza stampa alla vigilia del match di Nations League contro il Portogallo. Certamente, la formazione Azzurra non è morta ma si attende che resusciti. Le ultime figuracce devono assolutamente racchiudersi nell’oblio: i giovani non possono possono vivere delle altrui prestazioni e tantomeno pensare che bastino.
Le mete e i risultati nello sport sono uniche e raramente i giudizi superlativi durano più di un azione. Il palmares non è mai sazio come le aspirazioni dei nuovi atleti. Il sogno di far parte del meraviglioso libro dei migliori non finisce le pagine; ogni torneo è linfa per prendervi parte. Dunque, indossare la maglia della Nazionale appaga le aspettative di una cittadinanza intera e le sconfitte ci stanno ma la faziosità non è contemplata.
“Ci piacerebbe andare alla final four, è chiaro – aggiunge Mancini – Nelle prime partite dovevamo dare possibilità ai ragazzi giovani di giocare partite importanti come quella in Portogallo, anche facendo errori. Se non gioca mai, per un giovane, diventa difficile. Il nostro obiettivo è l’Europeo, bisogna pensare che tra due anni ci saranno ragazzi giovani con più partite nel loro bagaglio”.
Non fateci stringere ancora lo stomaco: la convivialità che sono alcune partite fanno fanno vivere e la meraviglia di vedere insieme i supporter di tutte le casacche e coppie senza discussioni non può ridursi ad un’ingestione.
E sono 100. Numero importante, non solo tondo. A cento presenze in Nazionale sono arrivati in pochi finora: Buffon, Cannavaro, Paolo Maldini, De Rossi, Pirlo, Zoff. Altri campioni immortali non sono riusciti a varcare quella soglia, che Giorgio Chiellini oltrepassa contro il Portogallo con l’orgoglio che la fascia da capitano azzurro impone a un appassionato come lui. Cento presenze con molte gioie e anche qualche dolore difficile da archiviare, con il rammarico di aver giocato tutti i 540 minuti dei Mondiali 2010 e 2014 finiti male e di non essere stato convocato per il Mondiale vinto nel 2006.
Ecco i momenti principali della sua carriera azzurra. Ecco Chiellini faccia sentire la presenza e aiuti il tecnico nell’impresa di far girare bene la palla e segnare. Una vittoria per non far svanire l’attenzione. “Luci a San Siro di quella sera che c’è di strano siamo stati tutti là ricordi il gioco dentro la nebbia…“. Nessuna scusa: basta accontentarsi delle stelle passate: c’è sempre il golf se non ce la fate. I pulcini prima o poi prenderanno il volo.