Bellacanzone incontra Giordano Sangiorgi per parlare della 25esima edizione del MEI. Per i festeggiamenti di un quarto di secolo di vita, il MEI prevede anche per quest’anno un programma ricco di eventi e grandi ospiti, che per tre giorni renderanno la cittadina di Faenza il fulcro della musica indipendente italiana.
Il 4, 5 e 6 ottobre si svolgerà a Faenza (Ravenna) la nuova edizione del MEI 2019 – Meeting delle Etichette Indipendenti, la più grande manifestazione dedicata alla scena musicale indipendente italiana e che quest’anno festeggia i 25 anni dalla sua fondazione.
Durante i suoi 25 anni di attività, il MEI ha registrato un totale di oltre 800mila presenze, la partecipazione di 10mila tra artisti e gruppi dal vivo, 5mila realtà musicali coinvolte in expo e convegni e 1000 i giornalisti (più di 100 dal resto d’Europa) che hanno parlato della manifestazione contribuendo a renderla la più importante vetrina della nuova e nuovissima musica italiana.
Cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno per i 25 anni di MEI?
È una tappa che non immaginavamo di festeggiare, soprattutto ai tempi della prima edizione con i Bluvertigo che ci portano a riempire quello spazio che era un vecchio palazzetto. Per noi è motivo di orgoglio perché abbiamo contribuito a sdoganare la musica indipendente. Un festival che rappresenta tutte le nuove sonorità emergenti, ma certifica quanti artisti nati dal panorama underground sono poi diventati fondamentali e pilastri della scena musicale italiana.
Quant’è cambiata, appunto, la scena musicale italiana in questi 25 anni?
Tantissimo perché la piattaforma di musica è quella che ha subito le più grandi variazioni nei tempi più brevi. Siamo nati nei tempi del fax, dei cd, dei vhs e siamo passati a iTunes, abbiamo visto nascere e morire Myspace, poi sono arrivati Youtube e Facebook, adesso invece siamo nell’era di Spotify. È evidente il cambiamento: da un lato ha messo a dura prova il settore, dall’altro quelli che hanno resistito hanno dimostrato di avere dei contenuti da dare, dei messaggi da raccontare.
Il MEI è arrivato anche al Tavolo Ufficiale del Festival di Sanremo. Pensi che anche nella prossima edizione ci sarà spazio per la musica indipendente com’è successo lo scorso anno?
Chi si preoccupa di organizzare il Festival, che è pur sempre uno show televisivo, deve fotografare il mercato. Questo accadeva meno in passato, tenendo ai margini le nuove realtà, mentre le ultime edizioni hanno rappresentato quello che il mercato è. L’auspicio negli incontri che abbiamo avuto è quello di poter avere uno spazio per una maggiore valorizzazione dei giovani.
Avete fatto anche la proposta di intitolare l’Ariston a Domenico Modugno: verrà accettata?
Abbiamo voluto dare un segnale. Domenico Modugno è il primo cantautore che ha svecchiato la musica con “Nel blu dipinto di blu” ed è da sempre amato dalla scena indipendente. Molti artisti hanno reinterpretato i suoi brani, infatti è riconosciuto come uno dei padri della musica indipendente.