Bellacanzone ha incontrato Giovanni Allevi nel Regno di Babbo Natale a Vetralla (vicino Roma) in occasione dell'uscita del suo ultimo album "Hope", in cui troviamo anche il Coro dell'Opera di Parma, i Pueri Cantores della Cappella Musicale del Duomo di Milano e l'Orchestra Sinfonica Italiana. Ecci cosa ci ha detto!
Giovanni Allevi torna sulla scena discografica con “Hope” (Bizart/Artist First), un nuovo disco legato alla magia del Natale, uscito nei negozi fisici e digitali il 15 novembre. In questo ultimo disco, l’Enfant Terrible della musica classica contemporanea per la prima volta affiancherà al suo inconfondibile pianoforte anche il canto, affidato per l’occasione al Coro dell’Opera di Parma e alla purezza delle voci bianche dei Pueri Cantores della Cappella Musicale del Duomo di Milano, il tutto sostenuto dalla pienezza avvolgente dell’Orchestra Sinfonica Italiana.
Video intervista
Siamo nel Regno di Babbo Natale a presentare Hope…
Stavo riflettendo sulla Ninna Nanna di Brams e improvvisamente mi è venuta in mente un’orchestrazione completamente stravolta di questo brano per coro polifonico a 4 voci con dei pizzcati d’orchestra che trasferivano la bellezza serena di questa melodia in una dimensione contemporanea. Lì è nata l’idea di Hope, è stato il principio della composizione, di un album di musica sacra che coinvolge un coro polifonico, un’orchestra sinfonica, due bambini solisti con la loro angelica voce bianca e che rivolge lo sguardo verso l’alto.
Com’è invece il tuo rapporto con il Natale?
Il mio rapporto con il Natale è racchiuso dentro questo album, perché c’è una dimensione di dolcezza, di affetto, di condivisione, ma c’è anche una riflessione teologica più profonda. Natale è la natività che vede protagonisti il bimbo che rappresenta un aspetto inedito anche in confronto di altre religioni, cioè Dio, la massima potenza, si manifesta ed entra nella storia nelle sembianze dell’essere più fragile che ci sia, cioè un bimbo. Questo è veramente entusiasmante. Poi c’è la figura di Maria che mi affascina, perché sono convinto che la femminilità giocherà un ruolo fondamentale nel mondo più bello futuro che ci attende. Se l’universo maschiocentrico ha portato il mondo verso le conflittualità, verso la competizione estrema, penso sia necessario recuperare una sensibilità femminile, laddove il femminile è il principio dell’accoglienza, il principio della mediazione e della creazione del nuovo. Posso dire con un certo orgoglio che la mia è una musica femminile.
Nei prossimi giorni ci sarà l’instore tour: com’è il tuo rapporto con i fan?
Aspettatemi, arrivo! Sarò un po’ esaurito da tutti questi viaggio e poi perché sono asociale fondamentalmente, quindi vedere tante persone mi fa impressione. Il sogno è quello di portare la musica di Hope a tutti e quindi lo faccio. Accorrete numerosi, come sempre! Sarò lì e sarà un momento bello.
Cosa dobbiamo aspettarci invece dai live veri e propri?
Nei live ci sarà con me sul palco l’Orchestra Sinfonica Italiana che mi segue da tanto tempo, i miei alfieri con cui condivido la ricerca di territori musicali inesplorati. Ci sarà poi il Coro Polifonico e i solisti della Pueri Cantores della Cappella Musicale del Duomo di Milano. Sono una realtà straordinaria che ci regalerà un grande candore, una grande purezza, ma soprattutto un contatto con la storia ed una tradizione imponente, perché si tratta di una scuola musicale che si esprime a Milano dal 1400, quindi è un onore averli con me!