Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
Marco Masini è ritornato a Sanremo in occasione dei suoi trent’anni di carriera, che festeggia anche con un album a tema. È tornato con la sua “disperazione” di sempre, oggi vestita di più maturità e consapevolezze, con una canzone, “Il confronto” conferma, se mai ce ne fosse stato il bisogno, la capacità di questo artista di essere tale, e di rimanere sé stesso, ma crescendo, rimanendo attuale nel linguaggio ma ben radicato in uno stile inconfondibile, il suo.
Lo fa scrivendo un brano solido e vero come ci ha abituati nel tempo a sentire, con una coppia di autori affidabili (Federica Camba e Daniele Coro), che ben si allineano in questo brano alla personalità artistica di Masini. Un testo autoritratto molto preciso via via che la canzone prende corpo, costruendo frase dopo frase – sempre ben riuscite nel senso – un discorso perfetto su Masini e su quel che di Masini può essere dentro ognuno di noi.
Masini in certe frasi è spietato anche con il suo passato, come in frasi tipo “E sei stato importante e in lampo nessuno” che si riferiscono a periodi più bui della sua lunga carriera. Un’alternanza di affermazioni su cose fatte o vissute sempre sorprendenti o talmente vere da arrivare come stilettate, come in “sei diventato padre ma non è capitato” o la forte ripresa dopo il primo ritornello “E sei stato uno stronzo” e il viceversa (tanto per citare anche Francesco Gabbani e la sua bella canzone dallo stesso titolo) “ma sei stato un signore”.
Il ritornello che dice “… esce dalla testa” in realtà ci entra piano, forte, come lo strumento a cui siede Marco. A Masini perdoniamo in costruzioni tipo “un cielo open” l’utilizzo di un linguaggio forse un po’ troppo “ciovane”, che seppur comprensibile in una sequenza di parole straniere (diesel, flipper, killer, open) utilizza una parola straniera in modo leggermente troppo disinvolto rispetto a quello di altre, che non sono percepite come tali.
Ma più che una stonatura, diciamo che si tratta di una “calatura” linguistica. Il confronto è una canzone che non teme il confronto, come ci dice invece di sé il protagonista, almeno fino alla fine, dove accetta quello più importante, quello con sé stesso, come uomo e probabilmente come artista, di ieri e di oggi. E lo fa con quello che possiamo senz’altro dire sia una bella canzone.