La Bellacanzone della settimana: “Il primo giorno dell’estate” di Vincenzo Incenzo

Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.

Vincenzo Incenzo è un autore che ha inanellato in decenni di attività una serie di prestigiose collaborazioni (come la consolidata partnership con Renato Zero, tanto per citarne uno) e una quantità tale di belle canzoni (come “Cinque giorni” per Zarrillo) da essere considerato uno dei migliori autori della musica italiana. In questo momento storico particolare, dove una forzata clausura domestica ha tra i suoi pochi vantaggi quello di avere più tempo, cioè il giusto tempo, da dedicare all’ascolto di una canzone, ti segnaliamo una sua recente canzone, inclusa nel primo album firmato come cantautore, “Credo”, uscito a fine 2018.

La canzone in questione è “Il primo giorno dell’estate” ed è molto più di una bella canzone da settimana. Per la bellezza e la nobiltà poetica della scrittura potrebbe essere canzone dell’anno, ma meriterebbe anche di più. Perché alcune canzoni – cercheremo sempre di suggerirtene in questa rubrica – per motivi che non attengono alla bellezza del brano, ma più a fortune e circostanze varie, non ottengono il successo che meriterebbero e probabilmente finiscono in una sorta di dimenticatoio di gioielli musicali. Ed è un peccato. Cerchiamo di non compierlo almeno in questo caso.

“Il primo giorno dell’estate” ha il doppio pregio di essere una canzone che merita di vincere la battaglia col tempo ed essere una canzone d’amore bella, non banale; cosa sempre più difficile da fare, dopo che di belle canoni d’amore ne sono state scritte moltissime. Ma Vincenzo Incenzo riesce in questa impresa da piccolo Titano e grande artista, creando un acquarello di sentimento puro che non può non essere apprezzato, una volta ascoltato.

E lo fa con metafore cinematografiche e descrizioni di tenerezza ed emozione tangibili verso dopo verso, con frasi tipo: io lancerei il tuo sguardo e i tuoi respiri in una sonda nel cielo più profondo / per farli ritornare tra millenni a dare il senso dell’amore ad un nuovo mondo. Lo fa con frasi e con concetti che non temiamo a definire da capolavoro: C’è un gesto che perdiamo con l’infanzia: nostra madre che ci veste, accade solo allora / tutti pensano a spogliare il proprio amore, mai nessuno a rivestirlo. Non lo facciamo ancora.Anche se il brano è classico nella fattura è un classico nelle qualità, l’apertura del ritornello si apre senza salire di tono, ma salendo di aspirazione e speranza, riconoscendo all’altro un grande valore per l’amore dato.

Come farebbe il primo giorno dell’estate con la sua luce di novità, ma con discrezione. Un applauso a Incenzo, che ha saputo scrivere una canzone come questa, il cui titolo speriamo sia metafora di un augurio che facciamo a tutti noi di uscire da questa stagione di paure per tornare all’amore. E alle belle canzoni, come “Il primo giorno dell’estate”.