In occasione dell'uscita prossima del nuovo singolo di Shade prevista per il 16 giugno 2020 abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l'artista. Shade ci ha raccontato la nascita di "Autostop" e come ha vissuto il periodo di lockdown. Qui l'intervista completa.
In occasione dell’uscita prossima del nuovo singolo di Shade prevista per il 16 giugno 2020 abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista. Shade ci ha raccontato la nascita di “Autostop” e come ha vissuto il periodo di lockdown. Qui l’intervista completa.
Ciao Vito, partiamo subito con la novità… il 16 giugno esce Autostop. Brano allegro fresco che esprime la voglia di evasione dalla realtà. Com’è nata questa canzone?
Il brano è nato a ottobre in realtà e la cosa fa abbastanza ridere che una canzone estiva venga scritta in autunno. Però avevo questa melodia che avevo in testa e la canzone si è scritta un po’ da sola. Per un periodo di tempo l’ho accantonata pensato “Ma sì da qui a giugno scriverò altri pezzi per l’estate”, poi il Covid ha bloccato tutto e non sono più potuto andare in studio. Quando ho ripreso la canzone mi sono reso conto che il testo era perfetto per il periodo che stiamo vivendo quindi è più che adatta per questo periodo qui senza andare nel dettaglio della situazione. Adesso ha un valore aggiunto parla di voler ripartire, di voler ricominciare. Quando l’ho scritta era la ricerca della felicità quindi di ritrovare il sapore delle piccole cose come rivedere il mare per la prima volta in autostrada e ti emozioni. Quest’anno quella emozione lì vale più degli altri anni.
Shade mi trovi d’accordo su questo punto, quest’anno sarà tutto diverso. Tu per il lockdown sei stato bloccato in Spagna per due mesi. Qual è la cosa che ti è mancata di più in questo periodo?
Sì, sono rimasto bloccato lì e sicuramente mi è mancato di più andare in studio a lavorare. Questo mi è mancato tantissimo. Anche perché registrare in Spagna è stato faticoso, avevo solo l’Iphone e praticamente mi mettevo con la testa nell’armadio avvolto dentro un piumone per insonorizzare. Però qualcosa son riuscito a registrare qualche clip che ho fatta uscire durante il lockdown. Sono contento di questo perché è stato un modo per tenermi attivo e intrattenere i ragazzi che mi seguono.
A proposito di clip e freestyle, per annunciare l’uscita di Autostop hai fatto un’operazione folle ma perfettamente riuscita. Hai fatto un freestyle con 10 stili diversi con hit internazionali e nazionali.
L’idea l’ho ripescata da una mia vecchia idea perché l’avevo fatto anni fa ed era piaciuto. Avendo fatto diversi freestyle nel lockdown questa volta volevo fare qualcosa di diverso, di speciale. Ho pensato che sarebbe stato bello riprendere 10 stili e prendendo le hit uscite in questo periodo. Da Mamacita a Six Nine fino alla lirica di Rossini (ride). Ci siam divertiti un sacco!
Le tue canzoni si caratterizzano per un sound fresco, leggero con un linguaggio molto attuale e vicino alla generazione 2.0 però senza essere banale e che si adatta a canzoni un po’ più intime come “Allora Ciao”, “Irragiungibile”. Come riesci a mantenere questa leggerezza trattando temi anche così riflessivi?
Penso che in realtà sia la caratteristica della mia personalità. Son così anche nella vita, quando devo parlare di qualcosa tendo a non prenderlo mai troppo sul serio ma non lo prendo neanche per scherzo. Questo si riversa anche sulle canzoni e sono quello che dice la cosa seria, importante ma con il sorriso. Io dico sempre che Shade è una versione un po’ più figa di Vito, come per The Mask. Quando si mette la maschera diventa eccessivamente scherzoso di quanto lo si a nella vita o diventa ancora più cattivo. Credo che la differenza tra persona e personaggio sia questo e così è nelle canzoni.
Quando ti sei accorto di avere questa straordinaria padronanza delle parole e di poterle plasmare a tuo piacimento?
Ero piccolo, avevo 16 anni e ho iniziato a fare freestyle. Ho sempre avuto la battuta pronta però spesso non potevo dirla perché altrimenti prendevo le botte da quelli più grossi di me, venivo preso in giro. Con il freestyle invece la gara era proprio a chi aveva la battuta più forte e mi sono allenato per imparare. Poi mi sono reso conto che ero bravo! C’era qualcosa in cui ero bravo e da lì ho affinato sempre di più la mia abilità. Ora diventa tutto un pensare continuo ai giochi di parole, alla frase ad effetto è una cosa che mi porto da diversi anni. Tutti mi dicono “scrivi testi in 5 minuti come fai?” Non è una dote caduta dal cielo, son tanti anni che penso e ragiono in questo modo.
-Ti sei approcciato anche ad un grande brano radicato nella cultura italiana che è Nel Blu dipinto di Blu, com’è stato approcciarsi ad un brano così? Hai mai avuto paura che la critica non ti capisse?
Dopo Sanremo guarda ormai sono pronto a tutto (ride). No in realtà avevo paura di non essere all’altezza io comunque è un brano che ha fatto la storia della musica italiana. L’ho ripreso in chiave swing ed era una vita che volevo fare una cosa swing, me lo sento più mio. Ci ho messo su delle barre che mi piacerebbe riutilizzare ma non ho ancora trovato la canzone in cui metterle. C’erano delle barre molto carine tipo: “Se vedi sereno è solo il cielo che si aggiusta il mascara dopo aver pianto”. Ero più contento della mia strofa che avevo scritto che di come ho cantato la canzone (ride). Mi hai fatto ricordare una strofa che non mi ricordavo più, ora me la segno e appena trovo la canzone adatta ce la metto.
Sei autore anche per I Me Contro Te, com’è ata la vostra collaborazione?
Loro lavorano con Roofio produttore storico dei Two Fingerz, J-AX , Fedez, tanti. Siccome abbiamo lavorato insieme tempo fa e giochiamo a calcio insieme, I Me Contro Te lo sapevano e gli hanno chiesto se riuscivano a farsi scrivere qualche pezzo da me. Io ero incuriosito perché non avevo mai scritto canzoni mirate per bambini. Certo magari “Bene ma non benissimo” o “La hit dell’estate” se l’ascoltano anche i bimbi ma qui era un lavoro diverso. Qui è come se sono ripartito da zero e ti confesso che è stato di una facilità incredibile. Loro sono grandi professionisti, dalla loro idea poi nasceva tutto e se qualcosa non gli piaceva lo cambiavo ma sempre con il confronto. Penso che loro abbiano preso da me ma io ho preso qualcosina da loro. Le canzoni poi sono andate molto bene. Sono strafelice di questa collaborazione e spero di poterci collaborare ancora.
Hai avuto molte esperienze lavorative e diverse come Gulp music poi sei anche doppiatore come fai a conciliare tutto?
Non vivo! (Ride). Praticamente ci son giornate che iniziano alle 6 del mattino e finiscono a notte inoltrata quando vado anche in studio. Però il doppiaggio non lo voglio lasciare, mi piace non è mai un peso. La conduzione l’ho messa un po’ da parte, sento di avere qualcosa di più da dare nel doppiaggio in questo momento e nella musica. Tutto non lo posso fare, mi concentro sulle cose che mi vengono meglio.
C’è qualcosa che non hai ancora fatto ma che ti piacerebbe fare?
Bella domanda… mi piacerebbe fare un tour di concerti miei e non eventi a cui partecipo anche io. L’anno scorso avevo iniziato questo percorso facendo due date e sono andate molto bene. Quest’anno volevamo farne 5 e girare con la mia band ma purtroppo i Covid ha fatto saltare tutti i piani. Mi è arrivato poi un complimento da un mio amico che è attore, doppiatore regista, mi ha detto “Sai delle volte il tuo modo di approcciarti mi ricorda Will Smith”perché quando faceva il principe di Bel Air faceva il cretino
Ha ragione, hai quell’aspetto lì… guardando anche i videoclip delle tue canzoni si rispecchia questa caratteristica e si ritrova anche l’aspetto di una storia raccontata in musica come fosse un cortometraggio.
è un complimentone troppo grande. Però sarebbe fico fare una serie,un film, di questo tipo qui. Anche il video di Autostop puntavamo a farlo in questo modo vediamo come verà con tutte le normative che ci sono adesso. Ovviamente non abbiamo potuto assembrare molta gente, abbiamo preso due personaggini e una storiella semplice. Però ci abbiamo messo del nostro creando qualcosa di carino… vedremo…
Quindi ci stai rivelando che uscirà un videoclip?
Sì, noi puntiamo tanto su YouTube che è la piattaforma dove sono nato praticamente, che mi ha lanciato. In un’estate come questa dove non avremo i concerti, i festival che sono importanti per noi perché diffondono la musica (non sono un campione di passaggi radiofonici). Almeno il video dobbiam farlo bene!