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Grande successo per BRICIOLE IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA promosso da CASSIOPEA E IL MINISTERO DELLA CULTURA

Grande successo per BRICIOLE IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA promosso da CASSIOPEA E IL MINISTERO DELLA CULTURA

Lo spettacolo si è svolto Sabato 9 ottobre, ore 21.00 PRESSO IL TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO DI ROMA.

Una lieve foschia tra le poltrone accoglie il pubblico quando si fa sala. Forse un presagio, forse un dettaglio irrilevante – come quando d’inverno il sole fa una luce strana e, a pensarci bene, fa troppo caldo per essere Gennaio.

Sul palco quattro sedie e due banchi compongono una classe. A occupare i posti vuoti, in una qualsiasi giornata di un qualsiasi anno scolastico, entrano, uno alla volta, i personaggi dei Peanuts. Charlie Brown siede in prima fila, e subito il suo astuccio si rovescia tragicamente sul pavimento: sulle navi c’è chi mette la sdraio a prua per vedere dove andrà e chi a poppa per vedere dove è stato, lui è uno di quelli che non ne ha mai saputa aprire una di sdraio. Piperita Patty è la sua compagna di banco: ama il basket, mangiare tanto a merenda e dormire durante le lezioni, il presente è tutto ciò che desidera per il suo futuro. Dietro di loro Marcie, immersa nella lettura del National Geographic, sogna un laboratorio su Marte, dove nessuna creatura vivente sappia giocare a pallone, così lei non sarà più una schiappa. E Sally, con la sua farfalla rosa svolazzante, che immagina il giorno in cui, finalmente, le si dirà che parlare con lei è come parlare ad un muro -perché il muro sì che la capisce. Schroeder riflette, immerso nel suo cappellino e chino sulla pianola: non gli importa nulla delle avance di Lucy, perché tutto ciò che sogna è essere il nuovo Beethoven, a costo di diventare sordo (ma possibilmente sopravvivendo ai 27 anni). A nulla serve l’ostinata determinazione di Lucy, che lo corteggia senza tregua, seppur cinica e aggressiva come sempre perché “strategia che vince non si cambia”. Dietro, Snoopy e Woodstock, con la sua iconica macchina da scrivere, siedono catapultati tra questi esseri umani che sembrano non cogliere mai l’evidenza delle cose.

E’ una normale giornata di scuola, la maestra parla (e solo così esiste per il pubblico) ma per noi è impossibile comprenderla. Scrivono temi sul futuro e sui sogni, fanno ginnastica e merenda a ricreazione.

Il mondo dei grandi è così strano, incomprensibile e il futuro di ciascuno rischia di perdersi in un futuro più grande e inimmaginabile. Sembrano comparire presagi di morte ovunque –gli incendi, le invasioni di cavallette, lo scioglimento dei ghiacci- ma non può esserci nessuna tragedia all’orizzonte: se fossimo in pericolo, i grandi se ne sarebbero già occupati. Le lezioni procedono, in questa giornata senza tempo come lo sono i Peanuts, in un tempo che è quanto mai vicino al nostro presente. Le strisce di Schulz si mischiano a un lavoro di scrittura scenica, e così i Peanuts non sono più solo fumetti, ma portavoce di mondo che precipita.

Lo spettacolo è l’esito di un percorso annuale, quello del Lavoratorio, ideato e curato da Simone Perinelli/Leviedelfool e realizzato dall’Accademia d’Arte drammatica Cassiopea. Il testo è inedito e originale, le scrittura e la regia figlie di un lavoro collettivo, faticoso e controverso, nato dopo mesi di dolorosa gestazione. E forse non è un caso che questo gruppo di sette attrici e un attore –di cui molti aspiranti registi- così eterogeneo e conflittuale, sognatore e disilluso, fiducioso e sfiduciato allo stesso tempo, sia arrivato sul palco nei panni dei Peanuts, che guardano al mondo con lo stupore dei bambini e il cinismo degli adulti, che agiscono scoraggiati, eppure agiscono, mentre la vita scorre incomprensibile.

L’ecologismo e il tentativo degli esseri umani di “salvare il Pianeta” ad ogni costo si fanno largo a poco a poco nel corso del testo, e quando alla fine suona la sirena d’allarme nessuno si spaventa: deve essere la solita prova di evacuazione. Ma se anche il maestro non risponde più e sembra aver abbandonato la scuola, sorge il dubbio che qualcosa stia cambiando davvero. E’ Woodstock, taciturno fino a quel momento, a rompere la finzione, a svelare il gioco: il suo silenzio si trasforma in voce davanti a un microfono e le sue parole spietate si fanno beffa dei nostri goffi e arroganti tentativi di salvare il Mondo, come se fosse la nostra insignificante presenza su questo Pianeta a tenerlo in vita. Qualcosa è cambiato, sì, ma in fondo non cambia nulla, e siamo di nuovo in classe, a bere coca-cola dalle fessure delle maschere anti-gas, immersi in una coltre di fumo, mentre il Pianeta va avanti- perché è così che fa, nonostante noi, nonostante i Peanuts.

Ilaria Bisozzi

LAVORATORIO è un progetto sperimentale che nasce con l’obiettivo di creare un ponte tra la formazione accademica e il mercato del lavoro, attraverso la formazione di una Compagnia Teatrale e della costruzione partecipata di un progetto di spettacolo.

 Fondata nel 1997 a Roma, l’Accademia di Arte drammatica Cassiopea, si occupa da 25 anni della formazione di giovani talenti della scena teatrale.

Finalità del progetto è stata dunque quella di consentire al gruppo di operare in piena autonomia, ma in un ambiente protetto, accompagnando gli allievi diplomandi verso un ingresso consapevole e competente nel mondo del lavoro.

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