uovi album e sulla soglia dei 70, Renato Zero è pronto a celebrare la sua carriera ma non dispensa parole gentili per Achille Lauro
Paillettes, trucco, piume…Il re del glam rock italiano, Renato Zero, ricorda con nostalgia gli anni sessanta -i suoi esordi- nonché la conseguente carriera che sta per raggiungere un altro traguardo.
Dei doppi festeggiamenti per il “Re dei sorcini” che il 30 settembre non solo spegnerà le candeline per i 70 anni ma pubblicherà anche il suo nuovo disco: “Zerosettanta – Volume Tre”. Un gioco di parole tipico del cantautore romano impiegato anche negli album “Zerofobia” (1977) e “Zerolandia” (1978).
“Sono orgoglioso di esserci arrivato a 70 anni, di aver regalato brividi ed emozioni. Quaranta brani, rappresentativi di un trascorso che qui vuole ribadire lo sforzo e l’attenzione verso quella coerenza che mi ha sempre contraddistinto.”
L’emozione trapela dalle parole del cantante che durante le interviste ha tenuto a ricordare degli altri due dischi in uscita, il 30 ottobre e il 30 novembre.
A un anno di distanza dall’album “Zero il folle” -disco d’oro- le aspettative sull’imminente uscita sono alte ma da quello che ha fatto intendere il cantante, la nostalgia e il ricordo dei primi passi nel mondo della musica faranno da sfondo.
“Devo molto a Renato Zero, con il suo sacrificio mi ha consentito di resistere a certi condizionamenti anche discografici. In giacca e cravatta non sarebbe stato lo stesso.”
Un animo artistico provocatorio e creativo che per anni ha inondato i grandi/piccoli schermi delle case italiane. Con sfrontatezza Renato Zero ha dominato le scene, dalla gioventù all’attuale maturità. In ogni caso, a conferma del detto:”non si smette mai di imparare”, il famoso Fiacchini ha sempre aspirato al miglioramento artistico e di performance memorabili ne ha molte alle spalle.
Eppure la predilezione dell’artista per l’originalità non è bastata a salvare Achille Lauro delle critiche di Zero stesso.
“Lui riesce ad affermarsi con poca spesa, io mi sono fatto un mazzo così, ma lungi da me giudicare. Io amo tutti quelli che fanno questo lavoro a patto che non prendano per il c**o il pubblico. Quando ho iniziato io dovevano sgomberare le piste dei locali, non c’erano palcoscenici. Sfollavano la pista da ballo e io cantavo con solo un revox, nella mia nudità coperta di piume. Non giocavo a fare il clown della situazione, io cantavo le problematiche della periferia, della borgata della gente emarginata”
Parole difficili da digerire a cui il giovane cantante di “Me ne frego” non ha risposto. Ma Renato Zero ha continuato a polemizzare non lasciando scampo neanche ai mass media.
“Nel nome del target, non passano le mie canzoni. De André, Guccini, Lauzi, Battiato sono stati abbandonati dalle radio che non danno la possibilità di ascoltare chi in questo Paese ha cantato alto. La monnezza la lasciassero agli inglese e agli americani che a casa loro mettono musica buona, a noi ci mandano lo spezzatino.”
Eppure di fronte a tali insinuazioni qualcuno non è riuscito a stare in silenzio ed è stato il rapper J-Ax a “scagliare la pietra” per primo.
Prendendo a cuore le critiche nei confronti del collega Lauro, Ax tramite delle storie sul suo profilo Instagram inizia ad esprimere pareri sull’attuale generazione musicale ma sono le parole dette a Storie Italiane su Rai 1 ad essere decisive.
-“Si stanno facendo tutto un viaggio, con vent’anni di distanza rispetto all’America dicendo delle castronerie allucinanti e offendendo Achille Lauro sotto tutti i punti di vista. ?I giovani hanno perso d’identità’? Fatevelo dire da uno che non è giovane: voi che cosa facevate negli Anni Sessanta e Settanta quando c’erano il rock e il punk? Parlavano d’amore quei testi? Non siete andati oltre le canzoni d’amore di regime che piacevano tanto. Non capite il contesto delle canzoni, a volte le cose non vanno prese alla lettera però, quando lo fanno americani e inglesi, il vostro provincialismo dice che quella è arte. Siete ridicoli!”