Young Signorino risponde a Karkadan: “Mi sono sentito una marionetta”

Young Signorino risponde all'ex manager Karkadan dopo le dichiarazioni rilasciate in merito al loro rapporto lavorativo ormai conclusa: la versione dei fatti del cantante è completamente diversa. Ecco cosa ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano.

È arrivato un vero e proprio botta e risposta tra Young Signorino e Karkadan, nome d’arte di Sabri Jemel, rapper tunisino che per l’artista era una specie di manager. Qualche ora fa Karkadan ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla fine del loro rapporto lavorativo con Signorino, dovuto, secondo lui, all’incontro del cantante con la neo-moglie Jessica Loren.

Da quando nella sua vita è arrivata questa donna di 34 anni non è stato più possibile interfacciarsi con lui, è cambiato totalmente, e alla fine si è eclissato da noi. Tutto il team la considera una grande delusione. Persone così in questo ambito si chiamano ?gold digger’ Sono queste donne che cercano di allontanare gli artisti dagli amici per fare soldi, manipolandoli. Non a caso il suo primo video da quando si è allontanato da noi (Coma Lover, ndr) è stato realizzato da lei. Ma adesso cosa mangeranno, senza date o contratti?“.

Poco dopo Giulio Pasqui de Il Fatto Quotidiano ha contattato Young Signorino per avere una replica a riguardo. La sua versione dei fatti è completamente diversa.

Le dichiarazioni di Young Signorino

A detta di Young Signorino è stata proprio la moglie ad aiutarlo ad uscire da una brutta situazione. “Mi rendevano scemo con gli stupefacenti perché sapevano che era il mio punto debole: non è vero che mi hanno aiutato a uscirne, tutt’altro. Jessica mi ha aiutato davvero, piano piano“.

Così Paolo Caputo (questo il suo vero nome) ha cominciato ad allontanarmi dal suo team di lavoro e a fare le cose da solo. Ora non ha alcun management, solo un’agenzia che lo segue per il tour. In realtà guadagna anche di più perché non deve dividere i ricavi con nessuno.

Per quanto riguarda tutte le bugie sulla sua vita privata, la questione del figlio gli sarebbe stata suggerita dal suo management. Per quanto riguarda il coma e i quattro mesi passati nel reparto di psichiatria è tutto vero. Appena uscito ha lasciato Milano ed è tornato nella sua città natale Cesena. Lì ha avuto ancora problemi con le sostanze stupefacenti e allora ha iniziato un percorso di sei mesi al Sert, il servizio per le tossicodipendenze, che ha interrotto per tornare a fare musica nel capoluogo lombardo, inseguendo il suo sogno.

Al momento si sta disintossicando. E per quanto riguarda i concerti in realtà sembra andare tutto per il meglio, visto che il 24 proprio da Cesena partirà il tour che durerà fino al prossimo febbraio. Inoltre in una data ancora indefinita arriverà il nuovo EP su Spotify.

Io mi sento rinato […] Ci tengo invece a smentire la vicenda dei Magazzini Generali: il locale era stato chiuso a settembre ben prima del mio concerto, per una rissa, infatti non sono stato l’unico artista a cui è stata annullata una data, ma verrà recuperata verso dicembre-gennaio“.