Al giorno d'oggi si tende spesso ad essere anticonformisti sopratutto quando si parla di musica o moda. I giovani di oggi per andare contro tutto ciò che è commerciale tendono a farsi chiamare indipendenti oppure Hipster.
Il termine Hipster nasce proprio dalla musica e si è sviluppato abbracciando anche la moda, il modo di pensare, la cultura in generale. Ora sono diventati una vera e propria subcultura. Gli Hipster generalmente appartengono al ceto medio e benestante. Girando per le strade sarà facile vedere ragazzi e non solo andare fieri del loro stile da Hipster. Ma cosa sono ? Quando sono nati?
Le Origini e il dopoguerra
L’etimologia di questa parola è molto discussa, in quanto, non si sa con precisione l’origine esatta. Secondo una teoria il termine “Hipster” è un neologismo creato negli anni quaranta negli Stati Uniti. Questo termine si utilizzava per descrivere gli appassionati di jazz, in particolare di bebop. Nella maggioranza dei casi gli hipster erano ragazzi bianchi appartenenti al ceto medio della società che volevano imitare lo stile di vita dei jazzisti afroamericani. Un’altra teoria afferma che la parola si collega ad “hop”, ovvero, oppio, oppure alla parola wolof hip, che significa vedere o hipi “aprire gli occhi”.
Dopo la seconda guerra mondiale la subcultura Hipster si estese molto velocemente ed alcuni intellettuali cominciarono a definire la cultura Hipster. Ad esempio Jack Kerouac descrisse gli hipster degli anni quaranta come anime erranti ricche di spiritualità. Successivamente Norman Mailer ne diede una definizione ancora più accurata nel saggio “Il bianco negro”. Mailer descrisse gli hipster in modo piuttosto radicale. Infatti disse che erano esistenzialisti statunitensi, che la loro vita era circondata dalla morte e che volevano “divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell’Io”.
Frank Tirro nel libro “Jazz: a History” descrisse l’uomo Hipster come amorale, anarchico, gentile e civilizzato e più avanti rispetto all’uomo comune. Secondo il suo pensiero l’hipster era alla ricerca di qualcosa che andasse al di là delle sciocchezze e che quel qualcosa era nel jazz.
Vita da Hipster
Gli anticonformisti, gli alternativi ci sono sempre stati all’interno di una società ma con hipster appunto si indicano tutti i giovani borghesi che vanno controcorrente. Nel 2010 è esplosa la cosiddetta “Generazione Hipster”. Tantissimi sono stati i giovani che si sono avvicinati e hanno abbracciato questo stile di vita.
Generalmente gli hipster dei nostri giorni, conoscono bene la tecnologia ma tendono ad avere uno stile retrò sopratutto per quanto riguarda l’abbigliamento. Spesso indossano jeans a vita alta, felpe larghe, non vestono di marca (anche se poi molti di loro lavorano per grandi brand), hanno baffi o barba molto folta e capelli scompigliati. Spesso le donne sono anche “Suicide girls” ovvero hanno piercing particolari, capelli colorati, molti tatuaggi. Gli uomini che adottano questo stile molto spesso sono grandi intellettuali e si intendono di arte e di cultura.
Questo stile di vita nel corso dei secoli è stato adottato in particolar modo dai poeti della beat generation o da persone come Charles Bukowski. Questo modello di vita anticonformista e “senza regole” si sviluppa in maniera più amplificata nello stile hippie. Questo genere di vita rifiuta in un certo senso tutto ciò che è mainstream ed è favorevole alla sessualità libera , all’arte popolare e all’uso di alcolici.
Spesso sono molto ecologisti e infatti si spostano in bicicletta evitando così di inquinare il pianeta. Questo avviene anche in termini di alimentazione. Infatti molti di loro sono vegetariani o vegani. Dal 2010 gli Hipster possono indossare jeans stretti a sigaretta con i “risvoltini”, amano i social network e i selfie. Per quanto riguarda la musica, preferiscono il vintage. Ad esempio amano il folk, genere riportato alla luce dai Fleet Foxes, Mumford & Sons, Lumineers. Naturalmente non possiamo tralasciare la musica indie, in poche parole amano tutto ciò che è di nicchia prima che diventi commerciale.
In Italia
Nel nostro Paese ci sono alcune città in cui è più facile incontrare un hipster. Al primo posto troviamo Bologna. Infatti secondo il “Sunday Times” Bologna è la città degli hipster. Secondo la sua analisi nella zona universitaria o nella “bohemienne via del Pratello” possiamo incontrare tantissimi hipster. A Roma le “zone hipster” sono il Pigneto, il rione Monti e il rione Testaccio. Mentre a Milano possiamo incontrarli nei quartieri Isola e Navigli. A Torino invece la zona indicata come più hipster è il quartiere di San Salvario per la presenza di molti locali alternativi.