È nata ufficialmente il 4 settembre 2019 Media for Europe, la nuova holding che punta a competere sul mercato europeo e vuole frenare la concorrenza delle web company. Mediaset e Mediaset España si mischiano così dando vita ad una sola entità. Ecco tutti i dettagli sulla nascita di questa nuova società e le prime controversie.
È nata ufficialmente il 4 settembre 2019 Media for Europe, la nuova holding con sede legale in Olanda (quella fiscale resta in Italia, mentre la sede operativa a Cologno Monzese e a Madrid) che punta a competere sul mercato europeo e vuole frenare la concorrenza delle web company. Mediaset e Mediaset España si mischiano così dando vita ad una sola entità.
Lo scopo di Media for Europe è di creare un accordo in grado di ostacolare gli investimenti e le dimensioni di Youtube, Google, Facebook. Grazie a questa unione potrebbe esserci maggiore possibilità di investimento, dando vita a una piattaforma all’avanguardia per tecnologia e in grado di cavalcare la pubblicità del futuro.
“Dopo la nascita di Mfe altri arriveranno – ha dichiarato Piersilvio Berlusconi nel corso di un’intervista a La Stampa – L’idea è che Mfe sia una società quotata e aperta al mercato ma con una guida stabile e del mestiere… Da mio padre a mia sorella a tutta Mediaset crediamo e spingiamo per questo cambio di passo internazionale, un vero atto di coraggio”.
Media for Europe: la nascita
A maggio 2019 Mediaset S.p.A. ha acquisito il 9,6 per cento del gruppo televisivo tedesco ProSiebenSat.1 Media, diventando il primo azionista e il mese dopo la società italiana ha ha annunciato la fusione con Mediaset España, dando vita per l’appunto a MFE – Media for Europe.
Nell’ambito del riassetto ogni azionista Mediaset ha ricevuto un’azione Mfe per ogni titolo posseduto. Ogni socio Mediaset Espana, invece, ha ricevuto 2,33 azioni della nuova holding per ogni titolo posseduto.
Il 4 settembre è avvenuta l’approvazione con il 78 per cento dei favorevoli e il 21 per cento dei contrari, di cui il 9,9 per cento di Vivendi, di proprietà diretta di Vincent Bolloré. Il 19,94 per cento posseduto indirettamente da Vivendi e congelato dal dicembre 2016 su ordine dell’Agcom è stato escluso dall’assemblea. Dieci giorni dopo Mediaset ha blindato il riassetto grazie ad un accordo con Peninsula Capital, fondo che ha messo a disposizione un miliardo di euro per coprire l’eventuale recesso dei soci e quindi anche quello di Vivendi.
“Non abbiamo particolari commenti su questa mossa, possiamo solo sottolineare che quanto Mediaset sta facendo è illegale dal momento che non ci hanno permesso di votare”, ha commentato Vivendi.