A 21 anni dall'uscita di “…Squérez?” dei Lùnapop e con “Let them talk” presto in libreria in casa Cremonini i festeggiamenti sono doppi.
“Vespe truccate, anni sessanta.”
Narratore di fiabe, inguaribile sognatore e poeta della vita. A distanza di 21 anni le ambivalenze dell’animo di Cesare Cremonini continuano a raccontare delle avvincenti storie e “…Squérez?” rappresenta solo una particella del mondo dell’artista.
Disco di debutto degli intramontabili Lunàpop, tra i primi dieci album di tutti i tempi in Italia e riconosciuto da F.I.M.I. (Federazione Industria Musicale italiana) come il disco d’esordio di una band italiana più venduto di sempre.
L’album è stato saldamente al 1° posto della classifica italiana per 13 settimane consecutive entrando quindi nella Top5 dei dischi rimasti più a lungo in vetta.
“Sono felice di questa certificazione, – spiega Cremonini, – perché Squerez è un album che porterà per sempre un messaggio positivo. La forza della melodia e la voglia di emergere, sono invincibili. Fu un album sinceramente giovane e vero che scrissi quando ero adolescente. Il primo a dare voce a una generazione intera che aveva assorbito attraverso la musica i grandi cambiamenti positivi di quel periodo. Il successo oggi per me è essere di ispirazione per chi muove i primi passi nel mondo della musica”.
La ricerca di una giovinezza perduta e di una favola a lieto fine accomuna i testi di Cremonini che concatenati da contraddizioni e amori irrealizzabili si sposano con il suo animo tormentato.
La musica passava indifferente in casa Cremonini eppure il cantante ricorda con nostalgia l’incontro con la sua cara amica: «(…) a otto anni suonavo Mozart, Chopin, Beethoven: prima ancora di capire cosa fossero le emozioni, la solitudine, la disperazione, la paura, l’amore, avevo già gli strumenti che ne parlavano. Ma la consuetudine ai grandi crea anche sconforto: perché ti fa sentire inadempiente. E inizia la ricerca ossessiva del miglioramento.»
Un artista a tutto tondo ma che dietro la maschera del palcoscenico cela un lato inesplorato.
«Andai dallo psichiatra per accompagnare un’altra persona. Poi gli raccontai di me, di quel che provavo. I sintomi crescenti. (…) La sensazione fisica di avere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. Braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua.»
“Let them talk” – Ogni canzone è una storia (Mondadori) in libreria dal 1 dicembre 2020 è la chiave per interpretare l’anima inquieta di un cantante che come tutti noi va alla ricerca costante della propria realtà. Un libro che racconta esperienze di vita, che guarda al passato quanto al presente e che dimostra nuovamente l’immenso potere della musica.
«(…) Faccio canzoni solo quando trovo un punto di incontro. Con vite devastate, vissute fino in fondo. Con gli uomini e le donne che hanno già amato, sofferto e dato. Anche se le mie canzoni restano sospese in un sentimento leggero, che tende alla gioia, è proprio in quelle vite che trovo l’interlocutore ideale, nel punto di contatto in cui siamo fragili. È lì che finiamo per somigliarci tutti. Così questo libro non cercherà di raccontare le mie diversità, ciò che mi rende unico per i dolori vissuti o per le fortune e i successi. Al contrario. Questo libro è nato, come tutte le mie canzoni, per far incontrare, e stringersi in un abbraccio, la mia storia con le storie di chi vi entra o ci passa accanto per caso. Le canzoni sono piene di metafore convincenti, ma quella che preferisco è già qui, la state leggendo. Anche Tu, come Me.»