Eurovision Song Contest 2021: l’analisi del voto a cura di Andrea Sgrulletti.
La premessa è questa: la vittoria dei Maneskin, prima di analizzarla, ce la siamo goduta! Trentuno anni sono un tempo musicalmente epocale e c’è da scommettere che tutto il movimento vivrà di entusiasmi fino alla celebrazione del prossimo Eurofestival, che sarà organizzato proprio nel nostro Paese.
Però è compito precipuo dell’informazione analizzare a consuntivo una manifestazione come l’Eurovision Song Contest e questa rubrica non vuole sottrarsi al suo dovere!
Indice
Cosa cambia per la musica italiana
Fanno discutere le parole senza fronzoli (e secondo me anche senza equilibrio) di Manuel Agnelli, che ha ringraziato “i suoi ragazzi” per aver sottratto per sempre la musica italiana al destino “pizza e mandolino” cui sarebbe stata in passato condannata. Un giudizio davvero riduttivo sulla nostra musica, all’Eurofestival e non solo!
Ciò non toglie, tuttavia, che la vittoria dei Maneskin rappresenti una cesura fortissima rispetto alla nostra tradizione, che aveva avuto due eccellenti alfieri nei precedenti vincitori dell’Eurovision in maglia azzurra: Gigliola Cinquetti e Toto Cutugno. Quest’ultimo, per altro, con “Insieme 1992”, aveva presentato un brano perfettamente indirizzato al pubblico dell’Eurovisione, all’indomani della caduta del Muro di Berlino e in avvicinamento al grande passo dell’Unione politica, che sarebbe stato compiuto proprio nel ’92 a Maastricht.
La svolta rock rappresentata dalla band romana sembra aver fatto storcere il naso ad alcuni storici ammiratori della canzone italiana (il caso più eclatante è quello del voto della giuria di qualità albanese!), mentre nulla pare capace di scalfire la passione per la nostra musica che si registra ogni anno in Russia e nei Paesi dell’Est europeo.
Dove batte la lingua…
La questione linguistica è tipica dell’Eurofestival ed ogni anno le scelte delle singole rappresentative nazionali sono le più varie. Quest’anno si è notata una certa dicotomia tra le preferenze del pubblico, espresse attraverso il televoto, e quelle delle giurie di qualità dei singoli Stati: infatti il voto popolare ha premiato fortemente le proposte nazionali in lingua propria, come si può notare analizzando i consensi raccolti dai nostri vincitori, dal complesso punk-folk ucraino dei Go_A e dal trio serbo delle Hurricane. Penalizzate significativamente, invece, le scelte commercialmente più premianti, che oscillano tra l’uso esclusivo della lingua inglese, come veicolo principale della comunicazione internazionale, e il mix di inglese e spagnolo.
Giurie di qualità e voto popolare hanno invece all’unisono apprezzato particolarmente la canzone della concorrente francese Barbara Pravi, che in questa rubrica già la settimana scorsa era stata definita come la migliore tra i Big 5. Tuttavia il televoto non è stato altrettanto generoso con il concorrente svizzero Gjon’s Tears, premiato invece moltissimo dalle giurie nazionali per la sua “Tout l’Univers”.