Freme l’attesa per la finale dell’Eurovision Song Contest: l'approfondimento di Andrea Sgrulletti.
Serata attesa da oltre trent’anni per gli appassionati italiani dell’Eurofestival, che nel maggio del 1991 avevano gli occhi puntati su Cinecittà a Roma, come oggi attendono che inizi il grande spettacolo del PalaOlimpico di Torino.
La seconda semifinale
Ascolti in lieve crescita, rispetto al già incoraggiante esordio di martedì scorso, per la seconda serata eurovisiva su Rai 1. La mancata possibilità, in questa seconda semifinale, di votare dall’Italia, ha certamente sfavorito due attese stelle dell’Eurovision, molto note qui da noi, come Achille Lauro, vincitore di “Una voce per San Marino” ed Emma Muscat, rappresentante di Malta.
Il team di conduzione in lingua italiana di Rai 1, composta da Gabriele Corsi, Carolina Di Domenico e Cristiano Malgioglio, non ha fatto nulla per dissimulare la delusione, soprattutto per Lauro, che tuttavia, a mio modo di vedere, ha portato a Torino una replica stonata delle precedenti performance sanremesi.
Chi scrive, invece, è molto dispiaciuto per l’eliminazione di Muscat, per cui sperava addirittura nel successo finale: la portabandiera di Malta ha aperto la sua performance suonando il pianoforte, per poi salirvi sopra e dare avvio alla coreografia, con successivo ingresso del corpo di ballo. Tutto molto anni ’90!
Svezia e Repubblica Ceca tra le più convincenti
Tra le nuove qualificate, hanno brillato nella performance complessiva la svedese Cornelia Jacobs, figlia e nipote d’arte, le cui qualità vocali, abbinate ad una presenza scenica ragguardevole, hanno incantato il pubblico senza bisogno di grandi effetti speciali; mentre il trio di We Are Domy, composto dalla ceca Dominika Hascovà e dai musicisti elettro-pop Benjamin Rekstad e Casper Hatlestad, provenienti dalla Norvegia, ha proposto un’esibizione adrenalinica: i tre si sono conosciuti al conservatorio a Londra e hanno guadagnato il pass per l’Eurovision vincendo le selezioni nazionali in Repubblica Ceca.
Ha staccato il pass per la finale anche il belga Jérémie Makiese, che nei giorni di avvicinamento alla competizione ha destato curiosità anche nella stampa sportiva, perché milita da portiere in una squadra di seconda divisione in patria.
Arrivano i big five, ma non sono i favoritiQuesta sera sarà anche la volta dei Big 5: Italia, Regno Unito, Francia (che vantano speranze di vittoria o podio), Spagna e Germania, infatti, si sono finora esibite in prima serata solo per piccoli spezzoni registrati. Secondo tutti i bookmakers, però, la gara ha una vincitrice annunciata: si attende infatti che l’Ucraina raccolga, anche in questo ambito, certamente meno grave di altri, ma dalla visibilità internazionale rilevantissima, il frutto della commossa solidarietà di tutta Europa.