In tempi come questi, oscurati dalla necessità di distanziarsi dalla vita sociale, Renato Zero coglie l'occasione per far sentire la propria vicinanza ai suoi fans e festeggiare i 70 anni, stupendoli con l'uscita di 3 nuovi album. Attraverso la sua vita, ricca di lustrini e parole risonanti, sfida la realtà e porta avanti messaggi di speranza.
“Non fui io a decidere di essere mistero. Ci caddi dentro, e sicuramente non fu una fatalità… Forse era scritto da qualche parte che avrei dovuto produrre sconcerto ed interrogativi, agitando le coscienze, mescolandole ben bene tra loro fino a farle diventare una canzone sola…”
Renato Zero
Il 30 settembre, il grande artista poliedrico e multiforme, cantante e cantautore, attore e performer, Renato Zero, ha raggiunto i suoi settant’anni come ci si aspetterebbe dall’unico e inimitabile Re dei sorcini… alla sua maniera. Con un parto trigemellare “difficile ma intrigante”, ha dichiarato lui stesso, è riuscito a trasformare la reclusione forzata, provocata dall’emergenza Coronavirus, in linfa nuova per nutrire la sua inesauribile vena creativa, la quale ha dato vita a 3 nuovi volumi dal titolo “Zerosettanta”.
Fotografo e interprete della realtà, scandaloso, mistico, dalla frenetica e incisiva produzione discografica, Renato Fiacchini cominciò la sua lunga carriera nel mondo della musica e dello spettacolo trasfigurando la frase “sei uno zero”, che risuonava graffiante nei piccoli locali romani degli inizi, nel suo nome d’arte… Renato Zero.
Da questo primo atteggiamento di sfida e voglia di raccontarsi senza sottostare alle leggi della società, il suo personaggio è stato ed è tutt’oggi trasgressivo, provocatorio con i suoi costumi coloratissimi ornamentati di paillettes, trucchi audaci, scrivendo e cantando tematiche sociali come l’identità di genere, l’emarginazione, l’incomunicabilità, la violenza e diffondendo sogni, speranze, delusioni e ripartenze, gioie, spiritualità e Amore in tutte le sue forme.
Nonostante un primo insuccesso commerciale, entrerà per la prima volta nella classifica dei dischi più venduti nel 1976 con l’album “Trapezio” contenente undici inediti, tra cui la struggente canzone d’amore “Motel” e “Salvami”, dedicata, afferma Zero, “a tutte le persone che battono la strada tutta la vita alla ricerca di un io”. L’anno seguente vedrà accrescere il suo successo con la raccolta “Zerofobia” formata da singoli toccanti e indimenticabili come “Vivo” e “Il cielo” divenuta canzone simbolo dell’artista e, per questo, perfetta chiusura, ancora oggi, dei suoi concerti.
All’avvento degli anni ’80, la sua originalità, costante oggetto di discussione, lo portarono a svincolarsi dalla sua casa discografia (RCA) per creare una sua etichetta indipendente con il nome di Zerolandia, che darà alla luce album come “Leoni si nasce”, “Zero”, “Voyeur” e un disco d’oro con “Soggetti smarriti”.
Nel 1993 sarà ospite al Festival di San Remo portando “Ave Maria”, una commovente preghiera laica meritevole di ben oltre quattro minuti di standing ovation.
L’anno dopo si cimenterà, oltre alla realizzazione del nuovo disco “L’imperfetto”, nell’arte del doppiaggio, dando voce al personaggio di Jack Skeletron e interpretando la colonna sonora del film d’animazione “Nightmare before Christmas” prodotto dal celebre regista Tim Burton.
A mettere ancor più in risalto il talento e l’altissimo livello di interpretazione del cantautore, Renato pubblicherà, nel 1995, “Sulle tracce dell’imperfetto” il cui pezzo forte è, senza ombra di dubbio, “I migliori anni della nostra vita” che chiunque di noi, che sia o non sia suo fan, si sarà trovato a cantare almeno una volta. Ma uno degli album considerato di maggiore successo è “Amore dopo amore” (1998) composto da capolavori come “Cercami”, “L’impossibile vivere” e “La pace sia con te”.
Eppure, di certo non avrà minimamente deluso le aspettative del suo pubblico con “Cattura” (2003), innovativo, internazionale, fra le migliori produzioni con brani quali “Magari”, “I miei miti”, “Come mi vorresti”, “A braccia aperte” etc…
Anzi… diventano, album dopo album, sempre più alte.
Con l’uscita di “Amo” (capitolo I e II, 2013) Zero, descrive l’amore nelle sue svariate declinazioni, mentre con “Alt” (2016) invita a riflettere sul presente con testi incisivi e arditi i quali affrontano temi come la fede, il malaffare politico, l’ecologia, il dramma del lavoro giovanile. Dichiara, possiamo dire, il suo disappunto ed esprime la necessità di ritornare a quei valori perduti spaziando dal pop al funk, a ritmo di chitarre elettriche e orchestre.
Arriviamo al 2017, al progetto più ambizioso di tutta la carriera di Renato Zero ovvero “Zerovskij, Solo per Amore” album e tour senza precedenti che, personalmente, ho amato e trovato molto stimolante: “una vicinanza con la musica sinfonica, la prosa e la poesia”, un concerto misto a spettacolo teatrale ambientato nella Stazione Terra, condotta dall’artista, nel ruolo di Zerovskij, capostazione nonché voce narrante. Realizza un incontro personificato, grazie a dei formidabili attori, con Eva, Adamo, Vita, Morte, Amore, Odio e Tempo, rappresentati come i soggetti smarriti che cantava negli anni ’80, dando loro voce ed espressione con monologhi interiori, dialoghi aperti fra loro e con il pubblico e momenti di musical.
“Non so se vi troverete d’accordo – scrive Zero nel libretto – con le esternazioni, i pensieri e le azioni dei protagonisti, benché ritengo che un forte grado di parentela esista tra voi e loro. Quindi liberiamoli, lasciamo che si esprimano, che alla fine di tutto una voce fa coro”.
Pochi anni ci separano da quelli che saranno gli ultimi concerti prima del lockdown in presentazione del nuovo disco “Zero il Folle”, realizzato a ottobre del 2019, la cui scenografia è nuovamente teatrale e vede, in oltre 3 ore di live, 19 cambi d’abito. Per l’impossibilità di continuare il suo tour nel 2020, causa epidemia di Covid-19, viene trasmesso in televisione la sera del 29 settembre, in attesa della mezzanotte per il suo settantesimo compleanno, insieme all’uscita del primo cd “Zerosettanta – Volume Tre”. Seguiranno “Zerosettanta – Volume Due” il 30 ottobre e “Zerosettanta – Volume Uno” il 30 novembre.
Come un countdown, Renato spiega la scelta dell’ordine delle pubblicazioni: “Tre due uno… zero è il segnale scandito in coro dai fan quando mi chiamano in scena all’inizio dei concerti” e dichiara di essere ancora in sella:
“Nel disco c’è anche la fretta che mi si sta restringendo l’orizzonte. Sarebbe sciocco trascurare che 70 anni hanno un peso specifico nella vita di una persona: devo molto a Renato Zero e ai suoi sacrifici. Il mio compleanno si festeggia così: con la mia penna ancora calda di scrittura e con il microfono acceso. Poiché mai sazio di ricevere le mie attenzioni”.
Ad oggi, considerando l’epoca in cui è sbocciato, si può sostenere che sono e sono stati pochi i cantautori ad avere un tale impatto visivo, musicale, poetico. Raccontando se stesso e la quotidianità della vita, abbattendo tabù e trattando temi mai in maniera superficiale e semplicistica, nonostante siano passati anni, il suo saper parlare a tutti, giovani e adulti, e il suo personalissimo modo di essere Artista, capace di rinnovarsi senza cambiare mai, lo rendono eternamente attuale.