Emanuele Bianco: "La musica può dare la speranza per un futuro migliore", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista a Bellacanzone.
Lo scorso 24 aprile è arrivato in radio, sulle piattaforme streaming e negli store digitali “LA MIA TERRA” il nuovo brano scritto da EMANUELE BIANCO su etichetta Fattoria Management distribuito Believe.
Noi ci siamo visti lo scorso dicembre, eppure negli ultimi mesi sono cambiate molte cose in maniera rapida: come stai vivendo questo momento?
Già è vero, bei ricordi! Guarda sinceramente devo dire la verità grazie a Dio la quarantena la sto passando a casa della mia ragazza e a me alla fine basta un computer, un paio cuffie, una tastiera e una connessione ad internet per passare felicemente una giornata, perciò non mi pesa poi troppo questo periodo.
Secondo te la musica può salvare le persone in questo periodo di crisi… e come?
La musica sicuramente può aiutare le persone, farle sentire meno sole e unite anche se a distanza, può dare loro forza e speranza per un domani migliore, ma la salvezza in generale magari dipendesse solamente dalla musica. Sono sicuro che ce la faremo, in un modo o nell’altro, siamo italiani, un popolo fantastico. Siamo stati cresciuti da una generazione che ha fatto la fame e la guerra ed è riuscita a darci tutto quello che abbiamo partendo da zero. Non ci faremo distruggere da un virus. Spero che lo stato sia vicino alle persone sostenendole anche dal punto di vista economico. Queste sono delle parole di Aldo Moro, pronunciate all’alba del 1945, di fronte ad un’Italia distrutta dalla guerra:
“E adesso da dove ripartire? Ora dobbiamo percorrere una lunga e difficile strada: dobbiamo appunto ricostruire. Cominciamo da qui. Rimettiamoci tutti a fare con semplicità il nostro dovere. Chi ha da studiare, studi, Chi ha da insegnare, insegni. Chi ha da lavorare, lavori. Chi ha da combattere, combatta. Chi ha da fare della politica attiva, la faccia, con la stessa semplicità di cuore con la quale si fa ogni lavoro quotidiano”
Come nasce il brano La mia terra?
E’ stato scritto di getto una notte, come molte delle mie canzoni, pochi mesi fa. Il concetto da cui è partito tutto il brano è stato “su novantanove fallimenti, c’è sempre un successo”, che è un modo di vedere la vita che hanno gli americani. Questa frase appena l’ho sentita mi ha colpito molto ed ispirato tantissimo, perché ho realizzato che nonostante tutti i fallimenti che ho avuto fino ad oggi (e io sono un pro in questo), avevo già il mio successo che è stato incontrare la ragazza con la quale sto da 4 anni e mezzo e per questo si può dire che ho già vinto. Da li è stato un susseguirsi di frasi e concetti, una dopo l’altra.
A gennaio è uscito un altro singolo dedicato a Cranio Randagio: qual è il ricordo più bello che hai di lui?
Beh non ne ho uno solo, ce ne sono tantissimi. Vittorio non doveva andarsene così presto. Era un artista con A maiuscola di grande spessore, anzi lo è, perché lui vivrà in eterno. L’Italia l’ha capito solo dopo, anche se nel panorama musicale qualche big se ne stava accorgendo. Uno dei tanti ricordi belli è quando un giorno venne a registrare ?Crescere’ in studio da me, come al solito, ed esordì dicendo “Fraté, ho scritto una nuova canzone, sentila bene, te la dedico” e una delle sue frasi che più mi porto nel cuore è proprio “Crescere non è rinunciare alla magia, ma saper renderla semplice anche quando è un’utopia”
Com’è invece il tuo rapporto con i fan che vedo che ti seguono tanto sui social?
Sempre più uniti, sempre più allineati. Abbiamo dei valori che ci uniscono e un senso di missione nel farli arrivare a più persone possibili. Le mie canzoni sono solo uno strumento per far si che questo accada. Sono grandiosi. Il bello è che i sognatori come noi che lottano per un futuro migliore, una società migliore, insieme non si sentono soli ed hanno una forza incredibile.
Dove ti vedremo/ascolteremo nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi chissà, sicuramente continuerò a lavorare a testa bassa, con un umiltà, centrato. Dobbiamo continuare a seminare, ma i frutti arriveranno, bisogna solo avere pazienza.