Federica Carta torna con un nuovo progetto musicale fatto di tanto lavoro non solo artistico ma anche interiore. Ecco cosa ci ha raccontato Federica nella nostra intervista.
Federica Carta torna sulla scena musicale con un nuovo singolo “Come Marilyn” che non solo omaggia una diva del passato ma sonda l’inquietudine dell’essere umano. L’inedito è scritto dalla stessa Federica Carta insieme ad Alessandro La Cava e a Katoo, che ne ha curato anche la produzione. “Come Marilyn” mette in luce tutte le difficoltà della Gen Z che deve fare i conti con la solitudine nonostante sia costantemente connessa. Ecco cosa ci ha raccontato nella nostra videointervista.
Ciao Federica! Partiamo da “Come Marilyn”, brano che parla della generazione zeta e del contrasto dell’essere sempre connessi quando in realtà siamo soli… Raccontaci di più.
Come sempre parto dalla mia esperienza, come ogni volta che scrivo una canzone. Parlo della mia generazione che vive l’era dei social in maniera costruttiva, siamo sempre informati e in contatto con le persone che ci vogliono bene. Per la mia esperienza però avere delle interazioni umane, dal vivo è sempre più difficile. Ho vissuto un periodo di solitudine, che adesso racconto con il sorriso, ma non è stato facile. Molte persone si rivedono in questa situazione e quindi l’ho voluto mettere in un pezzo.
Tu come sei riuscita a superare questo periodo difficile e come sei riuscita a trasformarlo in musica donandolo agli altri?
Quello di raccontare le mie esperienze più difficili in musica è una necessità. Ho avuto due grandi fortune: avere la mia famiglia vicino e ho chiesto aiuto ad una psicologa. Sono stata due anni in terapia e ad oggi posso dire di aver fatto un bellissimo percorso con la consapevolezza che purtroppo andare in terapia ha un costo elevato e mi sento fortunata ad aver avuto questa opportunità.
Perché hai scelto proprio Marilyn Monroe come punto di riferimento? Ti vediamo anche biondo platino, è un omaggio che hai voluto farle?
Sì, il biondo platino è sicuramente una dedica a Marilyn (ride). A essere sincera io avevo voglia di cambiare già da tempo anche dal punto di vista esteriore e non solo interiore. Nel 2020 quando ho scritto il pezzo con La Cava e Katoo mi sono interrogata su quale fosse la persona di successo nella quale rivedevo la tristezza che provavo io in quel momento. A me Marilyn ha sempre detto molto anche con gli occhi nelle foto e io in quello mi sono sempre rivista anche se non l’ho mai conosciuta. Mi sono sentita vicina a lei nella sfera della tristezza, della malinconia e delle cose non dette. Quindi ci siamo ispirati poi a lei per la realizzazione dell’intero progetto.
Nel tuo percorso artistico sei partita da un talent e poi ti sei evoluta, stai facendo vedere un nuovo lato di te forse quello più intimo… Quale fase stai attraversando ora artisticamente?
Sono in una fase in cui mi sento consapevole e tranquilla nei confronti del mio passato, presente e futuro. Nella mia generazione c’è paura per il futuro e bisogna fare dei grandi respiri. La terapia mi ha portato ad essere più consapevole di quello che sono e delle mie capacità. Sono molto contenta di chi sono oggi e questo mi aiuta ad essere tranquilla. Sono contenta della scrittura e del mio impegno in questo progetto, ci sono molti brani nel cassetto che ho scritto.
Come scegli i brani da far uscire?
La mia fortuna è avere un team di lavoro che funziona del quale mi fido molto. Lì dove io mi faccio paranoie in più loro mi aiutano a scegliere più lucidamente. La scelta dei brani è mia però c’è anche un lavoro di squadra dietro che per me è essenziale, come hai detto tu mi espongo molto nei pezzi e serve quella spinta in più che viene dalle persone più vicine a te.
Da quello che mi hai raccontato quindi dobbiamo aspettarci l’uscita di altri singoli o di un ep?
Non posso dire ancora niente. Sicuramente nei prossimi mesi succederà qualcosa, questa estate ci vedremo sui palchi non vedo l’ora di cantare dal vivo. Ci sono dei bei progetti.
-Parliamo di un’altra scelta che tu hai fatto, una scelta coraggiosa e ammirevole. Non tutti hanno il coraggio di esporsi così… Hai aperto un profilo Only Fans per uno scopo benefico.
Sì esatto. C’è voluto coraggio ma io da subito sono stata contenta. Ho dato un’altra prospettiva ad una piattaforma che viene usata per contenuti espliciti ma nel mio caso è stata utilizzata per contenuti a scopo benefico, artistico. Contenuti in anteprima del mio singolo e video. Io devolverò in beneficienza ad un’associazione che si occupa della salute mentale quindi è tutto collegato. Sono molto fiera di questo progetto e spero che il messaggio sia arrivato e non si siano soffermati solo all’apparenza.
Un fine molto bello, un progetto e un messaggio importantissimo.
Nella scaletta di un tuo concerto qual è la canzone che non può mai mancare e qual è che sei un po’ annoiata di cantare?
La creazione della scaletta è sempre un momento difficile perché sono io, ci penso e ci ripenso (ride). La canzone che mi piace di più fare dal vivo si chiama “Easy” perché con la mia band “L’isola delle rose” abbiamo creato un arrangiamento che mi gasa. Sono affezzioanta a tutte le mie canzoni forse ti patlo di abitudine con “ti avrei voluto dire” non dico “che pizza la devo fare” ma sono abituata ed è anche difficile vocalmente quindi ci metto uno sforzo in più ma comunque è sempre soddisfacente perché poi le persone la cantano. Magari in futuro inizierò ad odiarla, ti farò sapere (ride).
Ad inizio intervista ci hai raccontato il messaggio di “Come Marilyn”, cosa vuoi far arrivare agli altri. Io ribalto la domanda e ti chiedo cosa ti ha regalato questo brano?
Questo pezzo mi ha regalato l’inizio di una riflessione che è durata due anni, di un lavoro che è durato due anni. L’inizio di una crescita, mi ha regalato l’inizio di qualcosa di molto bello e ci saranno tanti nuovi inizi nella mia vita ed è proprio questo il bello, che non c’è mai un punto di fine.