Abbiamo intervistato Giulia Mutti, la cantante toscana che, dopo l'esperienza a Sanremo Giovani, pubblicherà il 3 aprile il suo primo album di inediti. Qui l'intervista.
Giulia Mutti, classe 1993, è una cantante esordiente che si sta facendo largo nel panorama della musica italiana. Durante la nostra chiacchierata ci ha parlato del suo nuovo brano “La testa fuori”, dell’omonimo album che uscirà il 3 aprile.
Come è nata la tua passione per la musica?
La passione per la musica è nata dal pianoforte, dagli studi classici. Questo perché mia sorella studiava pianoforte, da lì ho cominciato anche io. Poi ho introdotto il canto, ho iniziato a scrivere e mi sono resa conto che quella era la mia strada. Musicalmente sono nata ascoltando le cassette di Battisti e De André. Apprezzo molto anche la musica straniera contemporanea, in particolare Alice Merton e Lady Gaga.
Con chi ti piacerebbe collaborare al momento?
Con i Florence and the Machine e soprattutto con Elisa.
Parliamo invece della tua esperienza a Sanremo Giovani nel 2018, che ricordi hai?
Ho un ricordo molto bello e sereno, fu un’edizione particolare ma bellissima. Eravamo 22 se non erro, divisi in due serate. La mia canzone (“Almeno 3”, ndr) ha riscosso grande successo, mi sono classificata terza al televoto. La canzone l’avevo nel cassetto già da parecchio tempo e Sanremo è stata l’occasione perfetta per proporla ad un pubblico molto ampio.
Proprio a proposito di questo, che rapporto hai con i tuoi ammiratori e con i social?
Noi artisti spesso diciamo che facciamo musica per noi, per sentirci appagati. In realtà credo che, per quanto mi riguarda almeno, si fa musica per avere un pubblico, qualcuno che si ritrovi in quello che suoni. I social sono un’arma a doppio taglio, adesso sta uscendo il lato positivo. Infatti ho aderito alla campagna “suono da casa”, c’è un calendario di eventi in cui i cantanti si esibiscono in diretta da casa loro. Io giovedì 19 marzo mi sono esibita dal salotto di casa mia ed ho presentato il mio nuovo brano “La testa fuori“.
Come è nato questo singolo?
La scintilla che mi ha fatto partire l’ispirazione per il brano è stato il momento in cui ho chiesto aiuto. Ad un certo punto ho sentito questa esigenza, con il brano ho semplicemente messo in musica questo sentimento. Nel testo parlo molto di lacrime ma in realtà è un appello a non vergognarsi di chiedere aiuto. Il sentimento più forte è quello della solidarietà, non dover fare per forza tutto da soli. Quando ho scritto il testo ho pensato subito al titolo La testa fuori e che accompagnerà l’uscita del disco il 3 aprile. E’ il mio primo disco di inediti per cui è come se dicessi “ehi, ho messo la testa fuori. Eccomi!”. Con il tempo ho cambiato un po’ il mio modo di scrivere. Ora uso molte più metafore, prima seguivo il ragionamento. Paradossalmente con il passare dei mesi ho iniziato ad asciugare i miei testi, utilizzando meno parole.
Recentemente hai dichiarato che il Coronavirus ci rende tutti uguali…
Credo che questo sia un lato positivo della condizione drammatica in cui ci troviamo. Alla fine davanti alla paura siamo tutti uguali.
Come stai trascorrendo questi giorni in quarantena?
Mi dedico moltissimo alla musica, ho qui tutti miei strumenti, è un momento per comporre. Cerco sempre di portarmi avanti su cose che poi quando saremo usciti da questa situazione non avrò più il tempo di concentrarmi. Avevo in programma un tour, che probabilmente sarà rinviato. Per il resto mi divido tra lettura e pittura.
Cosa ne pensi del percorso “talent” considerando che sei una cantante giovane?
Credo che siano un mezzo potentissimo per arrivare immediatamente ad un grande pubblico. Ognuno ha il diritto di scegliere la strada che più lo rappresenta. A me ha sempre un po’ spaventato, forse perché non ho mai avuto questa fretta di arrivare. Preferisco prendermi il mio tempo, il talent non è un percorso che sento mio.