Jeffrey Jey: "Mi piacerebbe collaborare con Ermal Meta o Negramaro" - Intervista realizzata dal cantante e leader degli Eiffel 65 in occasione del programma Rock Me Amadeus in onda tutti i mercoledì su Radio Luiss con Andrea Luceri.
“Settembre” è il nuovo singolo di Jeffrey Jey, la voce degli intramontabili Eiffel 65, che anticipa la pubblicazione del suo primo album da solista che includerà diverse collaborazioni con personaggi famosi a livello mondiale.
Straordinari sono i risultati della sua carriera: Grammy nomination come migliore gruppo dance nel 2000, Top of the Pop UK artist dell’anno (2000), 4 volte disco di Platino dell’album “Europop” negli Stati Uniti, disco di Diamante (più di 2 milioni di copie vendute) in Francia, doppio Platino in GAS (Germania – Austria – Svizzera), Festivalbar dal 1999 al 2005, Sanremo 2002 con “Quelli che non hanno età”, N.1 nel mondo con “Blue” per diverse settimane.
Parliamo di “Settembre”: come mai hai scelto proprio questo mese?
Mi girava così, perché settembre mi sembrava un ottimo mese di cui parlare. È da tempo che volevo scrivere qualcosa che riflettesse la sensazione che vivo ogni anno a fine estate. Lo dico spesso, per me l’anno inizia a settembre, come a scuola, sono tante le cose che ricominciano in questo mese. Mi piaceva parlare della sensazione mista sia dell’estate che finisce, sia delle energie che nascono per affrontare l’autunno. Un mix tra “mi manca l’estate” e “ho voglia di ricominciare a fare delle cose”. Ho abbracciato una sonorità con tendenze ed armonie cupe e scure, anche molto nostalgiche. Mi piace pensare che un prodotto così in Italia non esiste. È una bella sfida. L’album che vedrà luce nel 2018 avrà sonorità di questo tipo.
Com’è lavorare da solista?
È una figata perché ci sono molte sfide nuove, puoi spaziare in sonorità che prima con gli Eiffel 65 non avevamo affrontato. Ora ho un po’ più di carta bianca.
Come mai il videoclip di “Settembre” è un manga?
Mi piaceva la possibilità di raccontare una storia all’interno del video. All’inizio pensavo ad un film in bianco e nero che però dava un sapore retro e non era l’idea che volevo dare al video, anche perché il suono è moderno. Con il manga si riesce ad usare tonalità di grigio e si può raccontare una storia, quindi combinazione perfetta.
Qual è il filo conduttore che ti porta a scrivere?
Mi piace raccontare delle storie, prendere delle emozioni che vivo direttamente o indirettamente e vomitarle in parola. La parola vomitare non suona bene, ma rende l’idea. È una valvola di sfogo perfetta. Cerco di essere come un libro. Un libro ben scritto ti fa creare delle immagini nella tua testa e quasi tutti riescono sempre a metterselo addosso.
Da cosa ti lasci ispirare?
Succedono delle cose, magari sono stato male per una persona o un mio amico che si è innamorato di una ragazza. Se ti racconto di come si monta un computer, interesserà solo a chi monta computer. Se invece racconto di un problema relazionale con un amico, una donna, raggiungi un campo più vasto. Personalmente vivo certe cose, quindi è più facile raccontarle.
Con chi dei grandi della musica internazionale del passato avresti voluto collaborare?
Mi piacerebbe lavorare con Mogol, essere un autore come lui sarebbe fantastico. Lui ha una forma di comunicazione che è incredibile, riesce ad essere estremamente diretto anche se abbraccia termini e modi di dire non così ovvi come sembra e poi non è mai ripetitivo. Lui è il padrone delle regole per scrivere testi.
E degli artisti attuali?
Mi piacerebbe fare un disco con Ermal Meta perché mi piacciono le sue produzioni e mi piacerebbe fare un duetto con i Negramaro.
Cosa bolle in pentola per il tuo futuro?
Uscirà l’album, abbiamo nove brani pronti di cui due collaborazioni già chiuse e stiamo per chiudere una terza. Si parla di una pubblicazione per l’estate o al più tardi ad ottobre.