Il brano “Non mi Ricordo” è stato scritto con ironia in un periodo in cui, la memoria a breve termine di Matteo Alieno, si faceva sentire fin troppo con conseguenze disastrose e sperando di poter aggiustare tutto con l’aiuto della scrittura, anche se in realtà … non è servito a molto. Il brano è stato scritto dallo stesso Matteo Alieno chitarra e voce, ha fatto la prima produzione e, successivamente quella definitiva con l’aiuto di Tony Pujia.
È online il video del singolo “Non mi Ricordo”, del cantautore Matteo Alieno uscito martedì 19 Novembre, in radio, sulle piattaforme streaming e in digital download, per l’etichetta Honiro Ent.
Dove ci troviamo?
Siamo nel mio studio, dove nasce un po’ tutto, gli arrangiamenti dei pezzi. Questo è un luogo che mi piace pensare proprio come un laboratorio. Non è molto intimo, anche se è piccolo, così si riesce a fare tutto. Facciamo le pre-produzioni qui poi con Tony Pujia facciamo la produzione effettiva dei brani.
Com’è nata la collaborazione con Tony Pujia?
Grazie a Honiro che è la casa discografica con cui lavoro. È stata un’occasione importantissima, perché lui è un grandissimo produttore che io stimo. È un maestro perché mi aiuta parecchio a rendere migliore la mia musica. Devo solo migliorare nella vita, la priorità è quella. Faccio musica da quando avevo sei anni e per me conta solo scrivere meglio e suonare meglio. Sono grato di poter lavorare con lui.
Com’è avvenuto l’incontro con Honiro?
Ho prodotto un ragazzo e così sono stato contattato dall’etichetta per lui, poi durante l’incontro ho spiegato che non volevo essere un produttore per altri. Scrivere canzoni è una sorta di ossessione per me. Hanno apprezzato la mia visione, la mia forma d’arte e abbiamo iniziato a lavorare insieme.
Com’è nata allora la tua passione per la musica?
Mia madre suonava il pianoforte a casa e io scrivevo i testi. Certo a 6 anni scrivevo frasi del tipo “Credici, ti troverò un confine” che non vuol dire niente o tutto magari. Mi è piaciuta fin da subito la musica. Da sempre ho ascoltato cantautori, musica rock, poi ho studiato chitarra e proseguito con il Conservatorio, poi mollato. Non volevo fare il musicista classico, comunque ho continuato lo studio per conto mio.
Ti ricordi la prima canzone che hai cantato in pubblico?
Per la famiglia probabilmente quella che dicevo prima “Credici”, che forse un giorno pubblicherò.
Ti piacerebbe scrivere anche per altri?
Ho già scritto per altri, non per artisti grandi. Mi piace molto il concetto di ascoltare una storia che una persona magari non riesce a trasformare in testo vero e proprio. Se Jovanotti volesse cantare una canzone scritta da altri, ci sono io!
Quanto è stata importante Roma, la tua città, per la tua crescita musicale?
Importantissima perché è un tripudio di emozioni. Da una parte la ami e dall’altra la odi, come dicono molti romani. È molto caotica, opprimente, però è la città più bella del mondo. Mi sento fortunato ad abitare qui, le passeggiate per Roma sono il mio passatempo preferito, anche perché ogni volta scopro un vicolo diverso.
Vuoi parlarci di “Non mi ricordo”?
È molto ironico, leggero, racconta la mia scarsa memoria che ho spesso sulle cose della vita. Mi dimentico spesso ciò che fa parte della vita quotidiana perché ho un po’ la testa da un’altra parte. Penso alle cose noiose come il senso della vita, la filosofia, quindi lascio la luce accesa, dimentico le chiavi, non chiudo la porta.
Cosa ci anticipi invece del tuo primo disco?
Sarà molto variegato, infatti il secondo singolo è già diverso dal primo. Voglio lavorare molto su questo effetto sorpresa, mi piace pensare di essere libero. Un disco suonato, ci sono le persone dentro e non i computer. Un disco molto umano.