Bellacanzone ha incontrato il musicista Max Casacci, chitarrista dei Subsonica, che ad ottobre ha pubblicato WATERMEMORIES, l’opera sonora ispirata alla memoria dell’acqua e che farà parte del suo nuovo album. Il progetto è composto da temi musicali estratti dai suoni concreti della realtà, della natura. Ecco cosa ci ha raccontato.
Venerdì 8 novembre abbiamo incontrato Max Casacci, chitarrista dei Subsonica, che ad ottobre ha pubblicato WATERMEMORIES l’opera sonora ispirata alla memoria dell’acqua e che farà parte del nuovo disco del pioniere Max Casacci. Il progetto è composto da temi musicali, ritmi e orchestrazioni, senza l’utilizzo di strumenti musicali acustici o elettronici ma solo con suoni concreti della realtà. Vediamo cosa ci ha raccontato.
Puoi raccontarci come è nata l’idea di dare vita ad un progetto così innovativo che ripesca i suoni della natura come Watermemories?
Io dal 2011 mi occupo di musica estratta da suoni e rumori ambientali e alla Biennale di Venezia ho trasformato una fornace del vetro di Murano in un corpo ritmico per un’istallazione sonora legata alle opere di arte contemporanea in vetro. Successivamente i suoni della città di Torino sono stati trasformati in un corpo ritmico a sostegno di un album jazz “The city”. All’album hanno preso parte alcuni dei più grandi jazzisti italiani ed europei e sostituiva la frenesia urbana (che nel jazz è rappresentata dalla batteria), con i rumori della città. Da lì in avanti questi lavori li ho fatti con un produttore, Mana, e abbiamo eliminato gli strumenti acustici elettronici. Sempre in ambito urbano ho fatto un album con i rumori della Formula Uno. Poi lo scorso anno sull’Isola di Gozo al cospetto di alcune pietre calcaree, io e Hatisuara, abbiamo cominciato a percuoterle ed erano magicamente tutte intonate. Ne è venuto fuori un brano dal titolo “Ta ? Cenc”. Questo ha dato il via a Michelangelo Pistoletto e ai ragazzi di Città Dell’Arte per la realizzazione di un brano estratto esclusivamente dai suoni dell’acqua di Biella. Questo brano si chiama Watermemories rappresenta un’opera sonora presente a Città dell’Arte. Inoltre racconta il percorso storico della città di Biella che a fine ‘800 era una delle capitali dell’acqua.
Max Casacci prossimamente sperimenterai nuova musica anche con altre acquee o altri elementi della natura di altre città?
Watermemories è un percorso che nasce dalla sorgente e vengono estratte delle voci, lo spettro armonico e fa entrare l’ascoltatore in immersione e si arriva alla celebrazione delle attività umane lungo il corso del fiume. Questa esperienza mi ha fatto venir voglia di farne un album entro la fine del 2020 di musica relazionata ai rumori della Terra. Senza utilizzo di strumenti, è un album diviso in due: metà scenari urbani e metà scenari naturali. Questa esperienza è stimolante, il musicista rimane sempre un passo indietro rispetto alla materia prima che incontri, da cui cerchi di estrarre le componenti melodiche e capire quello che può succedere. Questa esperienza è estremamente appassionante e avventurosa.
Questo tuo progetto sarà portato sul palco anche dal vivo così da fornire un’esperienza anche live agli ascoltatori?
La versione Live chiaramente non può includere gli elementi originali perchè portarsi dietro le pietre di Gozo sarebbe impegnativo …(ride). Ma con una modalità che attiene alla musica elettronica, con lap top e di sorgenti digitali sto creando un live set che risulta anche ballabile con i rumori della città.
Credi che la musica attuale ricca anche di strumenti artefatti, elettronici debba ogni tanto ritornare alle origini della natura e esplorare i suoni che ci circondano e che spesso non consideriamo?
Non ne farei un discorso strettamente musicale, trovo che ci sia in atto una rivoluzione. L’utilizzo virtuoso del mezzo tecnologico ristabilisce un contatto con la natura. In una forma meno invasiva che ci aiuti a ritrovare un modo più rispettoso per abitare il posto di cui siamo gli abitanti ma non proprietari.