Olly si racconta nella nostra video intervista. Un giovane artista che fa delle parole il suo punto di forza. Tante emozioni e stati d'animo racchiuse in 7 brani che travolgono chi li ascolta. Qui la video intervista ad Olly, in gara al Sanremo 2023.
Il Festival di Sanremo 2023 è alle porte, tra i big in gara anche Olly. Il giovane cantautore dopo l’avventura a Sanremo Giovani è pronto a lanciarsi sul palco dell’Ariston con “Polvere”. Abbiamo incontrato l’artista pochi giorni dopo la fine della kermesse giovanile, ecco cosa ci ha raccontato Olly nella video intervista.
Ciao Olly! Prima di immergerci nell’avventura sanremese, voglio sapere di più su te come artista. Sei una fusione di stili tra pop, dance, elettronica. Come nasce la tua identità artista e quando hai capito che la tua essenza musicale era composta da più generi e non da uno solo?
Io sono solito fare molti esperimenti, se si vede anche nel mio storico di singoli da qualche anno a questa parte sono tutti diversi uno dall’altro. Da quando ho lavorato a “Un’altra volta” brano uscito quest’anno contenuto nell’ep c”è stata una svolta in studio. Abbiamo capito di aver fatto qualcosa di nuovo che in Italia non si sentiva da nessuna parte, allora la strada ha preso quel genere. Jvli che è il mio produttore è un Dj viene da EDM. Un altro mondo che ci appassiona è quello del cantautorato e quindi abbiamo deciso di unire le due cose. C’è una parte cantautorale che è “l’amore va” che è un canto alla luna, a un amico e la parte dance che sono le restanti tracce dell’ep. Il punto di svolta è stato il live di Vasco Rossi di quest’anno dove ho capito quanta potenza hanno poche parole ma dette bene. Sto iniziando anche io a voler scrivere in un modo semplice e comprensibile che però non toglie nulla al significato e alla profondità delle parole se usate e dosate bene.
Quindi stai rivedendo il tuo modo di scrivere?
Sì, nel senso che io son sempre stato uno che tiene tantissimo alla scrittura e tutt’ora è così. Se da più piccolo pensavo fosse figo spiegare cose complesse in modo complesso, ora ho realizzato che è molto più figo e difficile scrivere cose complesse in modo semplice.
Questo è vero, è difficile, anche perché semplice non deve essere poi sinonimo di banale…
Esatto! Per alcuni è traducibile in banale ma per me no.
In “l’anima balla” lanci il messaggio di avere il coraggio di seguire ciò che ci fa “ballare” realmente, tu questo coraggio ce l’hai sempre avuto, è una consapevolezza che hai sviluppato dopo?
In realtà non ce l’ho! Quando parlo di qualcosa nelle canzoni non è detto che io le viva realmente quelle cose. Spesso è un auspicio per me. Ne parlo come vorrei che mi venisse detto in modo che mi autoconvinco che sia così. Io sono il primo che quando tiene tanto a qualcosa va in “pappa”, che sia una persona, un lavoro, una ragazza, una passione. Spero che sia utile per chi è come me e serve per avere una pacca in più sulla spalla ed egoisticamente serve anche a me per ricordarmi che bisogna crederci e sentirsi vivi.
C’è stato un momento della tua carriera in cui hai pensato di tirarti indietro su qualcosa? Su una canzone o su un evento?
Sì ci sono sempre, poi però mi faccio la domanda: “Se non faccio questo, cosa faccio?”. Vengo da un contesto in cui l’istruzione è sempre stata importante, quindi ho finito di studiare, ho fatto l’università. Sono una persona molto curiosa ma non farei mai quello che ho studiato. Se è vero che credere tanto in qualcosa ci fa paura tanto vale lavorare per qualcosa che ci soddisfa davvero.
Tornando al 16 dicembre, è stata una giornata molto importante per te. Sei entrato nei Big di Sanremo 2023, raccontaci l’emozione sia della proclamazione sia della gara…
Per me sono stati giorni stranissimi, sembrava di essere nel Paese dei balocchi ma in senso positivo. Un mondo tutto creato intorno a Sanremo per me è stato come un secondo compleanno perché è uscito anche l’ep. Ho provato così tante emozioni che è come se si fossero annullate perché non riesco ad identificare un’emozione sola e a descriverla. Ne ho provate troppe. Mi terrò sempre dentro come ho vissuto questa cosa. Meglio così non poteva andare, si poteva vincere ma sono molto contento per Gianmaria con cui ho legato tanto in questi giorni.
Sai che a febbraio sarà peggio? In senso positivo ovviamente…
Certo! A Sanremo vado con molte meno pretese, io lavorerò affinché venga capito il messaggio che porto e per me non ci sarà la competizione.
Porterai “Polvere”, puoi raccontarci la genesi di questo brano e qual è il messaggio che vuoi portare all’Ariston?
Senza andare troppo precisi nel brano, ti posso raccontare che è nato con Jvli ed Emanuele Lovito un autore. Questa è stata la prima volta in cui ho fatto una sessione con un autore, sono molto geloso della mia scrittura e non riesco a lasciare spazio alla penna di qualcun altro a meno che non sia un feat. Tutte le strofe sono venute velocissime super ispirazionale. Il messaggio del brano non mi sento ancora di dirlo, mentre il mio messaggio di Olly a Sanremo deve essere energia, voglio portare presa bene ma con cognizione di causa. Non voglio essere la quota dance come alcuni articoli hanno scritto, Quota dance sì in termini musicali ma ha importanza quello che scrivo io e spero che ci si concentri su quello.
Il tuo messaggio è arrivato forte e chiaro! Se una canzone ha una vestibilità ballabile poi il testo magari non è detto che lo sia…
Noi vogliamo fare proprio questo, proporre un sound su cui puoi divertiti ma se sei da solo e ti senti la cassa dritta puoi anche concentrarti sul testo. Non è solo ballare, c’è un dualismo forte in tutto ciò.
Infatti è importante ascoltare le canzoni e non solo sentirle…
Esatto, bravissima! Alle medie il mio insegnante di musica aveva fatto proprio questa differenza tra queste due parole che secondo me è molto bella ed è importante sottolinearla.
Tra i 28 big in gara c’è qualcuno che ammiri particolarmente?
Ammiro un po’ tutti per motivi diversi. Ti posso dire Lazza perché vengo dal rap e lo seguo dall’inizio e trovo che portare la sua musica a Sanremo sia dimostrazione di quello che vuole diventare e di quanto sia poliedrico. Tananai l’ho conosciuto personalmente e mi ha fatto in bocca al lupo. Giorgia leggenda, la voce più bella che ci sia in Italia che sia ancora all’attivo. Ci sono un sacco di persone che vorrei conoscere per quanto ci sia la possibilità perché mi hanno spiegato che siamo tanti ed è una settimana frenetica quindi ci sarà poco tempo per conoscersi. Sono fiero di essere in mezzo a questi nomi.
Prima hai accennato all’ep “il mondo gira”, come hai selezionato i brani da inserire all’interno del brano e quali hai lasciato per Sanremo? Qual è stato il criterio di selezione?
Non sono io che ho selezionato i brani ma i brani che si sono selezionati. Avevo una gamma di 20 brani, quelli che non ho scelto non li butterò ma saranno la base per nuovi progetti. Analizzando i brani che avevo c’erano questi 7 che avevano il concetto del mondo che scorre sia dal punto di vista di uno che lo vuole seguire ma anche che lo vuole osservare. Quindi quando c’è il concetto che vedo io del mondo che gira mi è venuto spontaneo unirsi. L’approccio è stato prima le tracce e poi il titolo e non il contrario. Vado molto fiero di questo perché credo sia il modo più spontaneo e sincero di comunicare la propria musica.
Ci saranno due date in primavera a Roma e Milano, cosa dobbiamo aspettarci sul palco? Stai pensando già alla scaletta?
Sto valutando tutto, non posso ancora dirla, ci saranno delle cose che non sono ancora uscite. Daremo quella terza dimensione che sta mancando alla musica, gli daremo vita. Faremo capire ancora di più perché faccio determinate scelte e determinata musica.
Qual è la terza dimensione che manca?
La dimensione viva, la dimensione del ci tocchiamo. Sono in 3D anche io, sono vivo. Non sono uno schermo, non sono su Spotify e basta. Sono un essere umano come voi.
Nella scaletta di un tuo concerto qual è la canzone che non può mai mancare?
Allora, di quelle nuove devo cantarle e capirlo. Mi aspetto tanto da “L’amore va” penso sarà veramente un bel momento. Di quelle già uscite “Paranoie” brano di qualche annetto è stato un pezzo che ha lasciato l’impronta nel mio percorso e negli ascoltatori. Ad esempio nel live a Milano qualche mese fa si è staccato l’impianto proprio a Paranoie e a inizio seconda strofa non funzionava niente e il pubblico l’ha cantata tutta. L’ho cantata senza microfono insieme a loro ed è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Questo a dimostrazione che le regole del mercato non valgono niente quando c’è un sentimento profondo che unisce i puntini.
Olly ti ringrazio e ti faccio un enorme in bocca al lupo per il Festival e per tutto!