Ecco cosa ci ha raccontato Massimo Bonelli, il direttore artistico del Concertone del Primo Maggio che si terrà anche quest'anno ma in una veste totalmente nuova.
Abbiamo intervistato Massimo Bonelli, musicista, produttore discografico, editore e direttore artistico del concerto del Primo Maggio 2020. La passione per la musica e la voglia di fare lo hanno portato a realizzarsi professionalmente. Ecco cosa dovremo aspettarci dall’edizione di quest’anno, chi sono i protagonisti e come si strutturerà il concerto.
Quest’anno è uscito il tuo libro “La musica attuale“. Già dalla copertina si capisce l’innovazione che questo libro vuole portare. A chi ti sei rivolto mentre lo scrivevi?
Mi sono rivolto al me stesso di 20 anni fa, il “me giovane”era tanto diverso. Ora vorrei abbracciarlo, dirgli che andrà tutto bene. Ero un musicista emergente, non sapevo da dove cominciare. L’idea del libro invece è nata dal concetto che negli ultimi anni è cambiato tutto nel panorama musicale. In Italia credo non esista un libro che tratti così questa tematica. Ho effettuato diverse ricerche, ho trovato dei saggi che mi hanno spiegato tecnicamente i passaggi di ciò che io pensavo. Mi si è accesa la spia e mi sono reso conto che avevo tante informazioni ignote. Allora l’ho proposto a 6 editori, ho mandato la bozza e 5 su 6 mi hanno risposto. Ho cercato il linguaggio più adatto, ricevendo un ottimo feedback. Qualche collega professionista importante mi ha telefonato per congratularsi, questo è molto bello.
Tu sei musicista, produttore discografico, editore, direttore artistico, manager (di Fabrizio Moro, di Renzo Rubino ed altri). Qual è la veste che ti appartiene di più?
La veste che sento più mia è quella di direttore artistico. Ho fatto il musicista, il tecnico quindi so di cosa si parla. Quest’anno soprattutto la parte più tecnica è delegata alla RAI, al team di Rai 3. Io mi occuperò ancora più di musica.
Confermata Ambra Angiolini alla conduzione, squadra vincente non si cambia?
Con Ambra c’è l’intesa che si protrae dal maggio dell’anno scorso, anche personalmente c’è una bella sintonia. Lei è diventata la portavoce delle istanze che ogni anno la nostra organizzazione cerca di portare avanti. E’ stata un’evoluzione naturale; sono molto contento. Per il Primo Maggio 2020 c’è la voglia di fare uno scalino inatteso.
Cosa puoi dirci del cast e delle location?
Il cast è pressoché terminato, anche se chissà… qualcosina è rimasto in sospeso. Dal punto rivista delle location c’è l’Auditorium Parco della Musica, mentre Ambra sarà in diretta dal Teatro delle Vittorie. Poi diverse location saranno in giro per l’Italia, Milano, Napoli, Bassano del Grappa (dove Francesca Michielin canterà). Sarà un grande abbraccio all’Italia intera, c’è la voglia di andare in posti particolari per allargare il palco di Roma in altre città. Non credo che quest’anno daremo una scaletta, sarà tutto basato su cose estemporanee.
Come è stato organizzarlo di fretta e furia in una modalità completamente inedita. In questo momento in cui il “lavoro” è così colpito, soprattutto in ambito artistico. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha detto che entro giovedì sarà approvato il nuovo decreto promettendo 130mln di euro a sostegno del cinema e dello spettacolo. Pensi che sarà sufficiente?
E’ un esperienza epica, le interazioni sono tutte mediate, lavoro con persone nuove, autori nuovi mai incontrati fisicamente. Anche scendere di casa e andare in ufficio diventa un’impresa, ogni cosa scontata nella vita normale diventa titanica. Gli operatori nel settore musicale sono tantissimi, dietro al Primo Maggio ci sono 800, 900 persone. Almeno per un anno sarà tutto fermo, la situazione è sicuramente drammatica. Credo che il Governo stia facendo il suo dovere, suppongo che nei prossimi mesi ci saranno degli up-grade.
-Dunque non ci resta che attendere! L’augurio è che il Primo Maggio 2020 possa fare da effetto di risonanza per i tanti lavoratori dello spettacolo colpiti dall’emergenza economica causata dal Covid-19 e possa darci un po’ di speranza.