Silvia Salemi torna sulla scena musicale per lanciare un messaggio generazionale che coinvolge l'umanità intera. "Noi contro di noi" è molto più di una semplice canzone.
Silvia Salemi stella della musica italiana in occasione dei 25 anni di anniversario di “A casa di Luca” torna con un nuovo singolo. “Noi contro di noi” non è solo un brano dalle sonorità ballabili ma è soprattutto un invito a riflettere e prestare attenzione ad alcuni temi delicati come quello ambientale e la pace. Soprattutto il brano è un monito a non perdere l’umanità. Abbiamo incontrato la cantautrice, ecco cosa ha raccontato Silvia Salemi nella nostra intervista.
Ciao Silvia! “Noi contro di noi” sancisce il tuo ritorno sulla scena musicale, un brano intenso e profondo. Come nasce questo singolo e com’è stato collaborare con Matteo Faustini?
Il brano nasce dall’esigenza di dire cose molto serie nell’anno in cui ricorre il 25esimo anniversario di “A casa di Luca” che ha ricevuto premo dalla critica per il testo. Sulla scia di un testo che fa riflettere ed è generazionale non potevamo non pensare a un brano che avesse un contenuto forte per questo anniversario. L’attenzione si pone non solo sul testo ma anche sulla musica, estiva con arrangiamento attuale che è contenitore di temi scottanti come: la guerra, l’ambientalismo e l’attualità. Matteo ha portato la sua penna e la sua freschezza, Rettani ha portato il suo percorso autorale di lunga data. Tre menti diverse che però hanno tre cuori allineati sulla stessa melodia e dalla stessa esigenza. Dovremmo tutti trasformare questo pianeta in un pianeta pacifico, è questo il messaggio.
Un messaggio importantissimo, come hai ricordato tu sono passati 25 anni da “A casa di Luca” brano che ha un testo altrettanto importante…
“A casa di Luca” è attuale anche adesso, è manifesto generazionale un po’ perenne. Si può applicare la ricerca della normalità anche quando ci si incontra con gli amici, 25 anni fa come oggi. Anzi oggi è ancora più urgente perché siamo tutti più soli, chiusi nei nostri social. Facciamo finta di essere associati ma in realtà siamo tutti più soli.
Ascoltando “Noi contro di noi” c’è una frase che mi ha colpito molto, “Non siamo mai felici, vogliamo sempre di più”…
Non siamo mai felici, oggi pensiamo già a quello che viene dopo, non ci godiamo mai la felicità del momento. L’incontentabilità è presente, ho l’elicottero e voglio l’areo, poi vogli la luna e dopo l’universo. Questa incontentabilità ci rende infelici.
Raccontaci di più anche sulla copertina, dove tu sei avvolta da un tessuto bianco che ti avvolge come fosse una carezza.
Abbiamo pensato a un kimono bianco dello stilista che fa dell’impalpabilità e dell’eleganza la cifra distintiva. volevo raccontare l’impalpabilità di una nuvola che si accosta a questa palla blu che io desidero per il nostro pianeta. Con osservazione realistica il pianeta più che in una palla blu si sta trasformando in una palla di fuoco. Dovremmo tutti combattere una guerra comune contro i danni che noi stessi abbiamo fatto. Dobbiamo avere rispetto per tutto quello che ci circonda e soprattutto per il nostro pianeta.
Tanti artisti hanno dato vita a progetti o canzoni per sensibilizzare l’ascoltatore sul tema ambientale. Cosa si può ancora fare? L’arte cosa potrebbe fare ancora?
Sì è vero c’è tanta sensibilizzazione da parte di tanti miei colleghi e tanata recezione dell’ascoltatore. Lo vedo anche con le mie figlie che sono preoccupatissime sul tema ambientale. L’arte deve denunciare, deve imprimere un messaggio in maniera univoca senza fronzoli e senza carezze. Stiamo andando verso tempi difficili e l’arte deve risvegliare la coscienza. Chiaramente il lavoro di sistema lo deve fare un buon Governo e una buona Europa, ma dobbiamo essere in primis noi i fautori del cambiamento. Ho un desiderio: che le persone possano vivere la musica come un momento di intrattenimento e riflessione, quando possibile, perché è per questo che la musica nasce. C’è spazio per tutti i tipi di musica senza distinzione tra musica di serie A o di serie B. Ascoltiamo tutta la musica senza pregiudizi senza elevare un genere rispetto a un altro.
Tornando alla musica, hai alle spalle tanta carriera, tante esperienze importanti. In tutti questi anni qual è l’essenza di te come artista che è rimasta di allora e qual è il plus che si è aggiunto fino ad oggi?
Rifletto in modo geometrico, se dovessi riflettere in termini di linee e rette, alcune carriere si evolvono in ascesa o in discesa la mia carriera si è evoluta in orizzontale. Dalla musica poi si è espansa in molte direzioni allargandosi a 360 gradi come se fosse un cerchio. Non mi sono mai tirata indietro difronte a nuove sfide per spirito di curiosità, per voracità di apprendere e di sfidare me stessa. Le vere competizioni le facciamo con i nostri limiti e non con gli altri. Dobbiamo misurarci con noi stessi e le esperienze degli altri devono fungere da spinta ma poi siamo noi che dobbiamo vincere le nostre paure. Non mi sono mai limitata nelle esperienze.
Questo è molto positivo perché è importante esplorare se stessi e tirare fuori dei lati che magari non sapevamo di possedere.
Già da qualche anno ho imparato che la Silvia cantante, la cantautrice pura può anche “vivere dietro” un microfono radiofonico o dietro un’imitazione. Mi riferisco a “Tale e Quale” o ancora completamente nascosta a “Star in the star” quindi cancellare un’identità per costruirne un’altra per gioco. Questo è il lavoro che fa anche l’attore. In radio anche si fa un passo indietro presentando canzoni di altri delle playlist.
Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
In autunno ricomincio Rai Radio dove sarò la padrona di casa di un people show dove al centro ci sono le persone con talenti vari. Sempre in autunno c’è la presentazione del nuovo film di Federico Moccia dove ho curato una parte della colonna sonora. Non posso dirti più di così.