Nella prima giornata ufficiale di Home Festival andata in scena giovedì 30 luglio 2018 a Treviso si è esibito anche The André per un concerto speciale dopo mezzanotte nell’area dedicata a Jack Daniel’s. Il progetto The André è partito per gioco e piano piano è diventato una realtà sempre più consolidata nel mondo della musica. Un ragazzo con la stessa voce di Fabrizio De Andrè che invece canta la trap e si esibisce sul palco in maniera misteriosa. In realtà proprio nel corso di Home Festival 2018 ha deciso di svelare qualcosa in più su di sé.
Intervista
Cosa ci dobbiamo aspettare da questo live?
Ci dobbiamo aspettare canzoni che magari che fino ad ora ho cantato poco, ma che sono state molto apprezzate una volta uscite su Youtube, quindi penso ci sarà un grande riscontro.
Hai seguito l’Home Festival negli anni passati?
Non ho seguito molto le precedenti edizioni, ma l’impressione che ho avuto una volta arrivato è estremamente positiva, quindi penso che nel corso della serata potrà solo migliorare.
Come nasce proprio il progetto The André?
In realtà nasce per gioco, per uno scherzo che facevamo con un mio amico con dei vocali su WhatsApp in cui De Andrè imitava altri musicisti. Siamo partiti con De Gregori, siamo passati a Fabri Fibra, poi sono venuto a conoscenza della trap e ho provato a fare questa cosa con la trap, secondo me la cosa più distante dalla sua poetica. Questa distanza crea uno straniamento che può divertire.
Ti aspettavi tutto questo riscontro?
Assolutamente no. L’esplosione di visualizzazioni su Youtube c’è stata nel giro di qualche settimana. Addirittura avevo dubbi sul tour, non ero sicuro di volerlo fare perché non pensavo che le persone potessero essere interessate ad ascoltare un progetto del genere. Man mano invece mi sono accorto che le persone apprezzavano, cantavano e venivano a complimentarsi. E’ una cosa meravigliosa.
E come hanno reagito i fan di De Andrè?
Si sono divisi in due fazioni: c’è chi l’ha presa malissimo e ha detto che De Andrè si stava rivoltando nella tomba e altri insulti coloriti; altri dicono che sto facendo un servizio perché faccio conoscere De Andrè anche ai ragazzini che ascoltano la trap. In realtà questa è una delle mie speranze nascoste. Spero sia accaduto e stia accadendo.
Quanto è stato importante De Andrè per la tua crescita musicale?
Direi fondamentale. Ho imparato a cantare e suonare sopra le sue registrazioni proprio tentando accordi con la chitarra e note della voce mentre giravano i suoi album.
Cosa pensi invece della trap?
La trap per me è un fenomeno conosciuto in ritardo. Sono della generazione successiva a quelli che la stanno vivendo per caso. All’inizio sono rimasto colpito e man mano ho trovato qualcosa che a primo ascolto potrebbe no apparire.
Dove ti vedremo nei prossimi mesi?
Nei prossimi giorni in realtà. Sarò a Desio il 5 settembre, a Reggio Emilia il 9 e a Piacenza il 16 con Dolcenera.
PH. Fabio Marchiaro