Valeria Altobelli: “La musica non si ferma. Non può fermarsi”

Valeria Altobelli: "La musica non si ferma. Non può fermarsi", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista esclusiva a Bellacanzone.

Continuano i consensi sul fronte musicale, a livello internazionale, per Valeria Altobelli. La poliedrica artista, che negli ultimi anni ha raggiunto considerevoli traguardi sul fronte televisivo prendendo parte a programmi di punta di Rai e Mediaset come “Tale e quale show” e “Forum”, di recente ha avuto l’onore di riadattare in 6 lingue cantate, 15 parlate e 23 scritte, “I’m standing with you”, brano portante del film “Atto di fede” (Breakthrough), che ha ricevuto una nomination ai Premi Oscar 2020 come “Miglior canzone originale”. Una canzone che la Altobelli ha trasformato in un’arma contro la violenza di genere.

Vuoi parlarci della collaborazione con Diane Warren?

Onestamente sono lusingata da questa amicizia personale e stima professionale. Diane Warren è una fuoriclasse, la “regina delle ballate”, come la definisce Billboard. Ricevere la sua mail lo scorso marzo, durante il lockdown, è stata una splendida sorpresa. Avevo adattato il suo brano candidato agli Oscar 2020, “I’m standing with you” in 6 lingue cantate, 16 parlate e 23 scritte: era la nostra bandiera contro ogni forma di violenza! Stavolta Diane, grazie all’arrangiamento curato dalla compositrice Sharon Farber, voleva declinare questo suo straordinario successo come canto di ringraziamento per i medici e gli operatori socio-sanitari in prima linea contro il Coronavirus. Grazie a Bonnie Abaunza, amica comune, abbiamo ottenuto il patrocinio delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Hanno partecipato al progetto soprano incredibili, quali Renée Fleming e la mia cara amica Sumi Jo, e musicisti del calibro di Tina Guo, Tony Levin e Micheal Stern… un qualcosa di davvero grande a livello musicale!

Che messaggio volete dare con questo brano?

Vogliamo semplicemente ringraziare chi non si è tirato indietro, chi ha trovato la forza di entrare, quotidianamente, in quelle corsie di terrore e buio, colorandole di amore e di speranza. Vogliamo dire grazie ai medici, al personale socio-sanitario e a tutti coloro che hanno salvato vite o che, almeno, ci hanno provato, quando forse avrebbero voluto piangere o scappare. Il nemico contro cui si combatteva era invisibile e totalmente sconosciuto. Hanno rischiato le loro vite per salvare le nostre.

Tu come hai vissuto questo periodo di “reclusione forzata”?

Ho dedicato molto tempo alle cose che amo: mio figlio, la mia famiglia e la musica. I primi giorni non riuscivo a parlare. Ho iniziato a farlo con una chitarra; poi, pian piano, ho cercato di guardare la luce in fondo al tunnel. Ho scritto una canzone molto profonda che rappresenta il “mio” momento. E, devo dire, che mi ha fatto bene. Ho sofferto molto guardando le immagini di quelle bare senza nome e senza lacrime calde accanto. Poi ho cercato di reagire e, piano piano, ho ritrovato uno scorrere più lento e consapevole del tempo… quello che, forse, dovrebbe ritrovare il mondo intero.

Come vedi il futuro della musica dal vivo e dello spettacolo in generale nei prossimi mesi?

Sicuramente la ripartenza sarà difficile, ma non impossibile. Io amo il live, soprattutto perché lo trovo il modo migliore di esprimere emozioni attraverso la musica! Penso che si ripartirà dal “basso”, tutti insieme. E non è un limite, ma una opportunità! Sto strutturando la versione nuova del mio spettacolo estivo: una versione più intima e dall’aspetto sociale, che è quello che caratterizza la mia persona da sempre. Sono presidente di un’associazione di beneficenza, Mission Onlus, contro la violenza di genere, fisica e psicologica. Ecco, mi sento un’artista per la tutela dei diritti di chi non ha voce: altrimenti a cosa serve salire su un palco e prendere parola? Abbiamo una immensa responsabilità e con la musica voglio cantare per chi ha l’animo spento e contrito, soprattutto in questo momento storico così particolare. Drive-in music o spazi immensi? Nessun problema. L’importante è non fermarsi. La prima serenata sarà per gli operatori sanitari del mio nosocomio, quello di Sora, per ringraziarli dell’immenso lavoro svolto durante questa emergenza. Il mio obiettivo è quello di poter fare anche una donazione che sia utile ai medici ed ai loro pazienti.

Un consiglio che vuoi dare a chi vuole muovere i primi passi nel mondo della tv o della musica?

Di farlo in maniera molto serena, e farlo per amore e non alla ricerca di fama o successo. Bisogna essere equilibrati nella vita privata, perché è un mondo molto difficile, di alti e bassi continui… ma non bisogna mai mollare! Occorre accrescere in continuazione il proprio bagaglio personale ed essere preparatissimi, in più campi, se possibile. E poi sognare equivale a vivere.. e bisogna avere sempre il coraggio di inseguire i propri sogni ed i propri ideali, perché servono ad elevare la nostra coscienza… perché servono a vivere!

Dove ti vedremo nei prossimi mesi? Quali sorprese ci aspettano?

Non ho idea di quale sarà l’evoluzione della situazione legata alla nostra categoria. Ma la musica non si ferma! Non può fermarsi! Possiamo esibirci davanti a 1000 persone all’aperto e 200 al chiuso? Bene! Sarà così! Io ci sono! C’è un mondo di professionisti di tutto rispetto là fuori. Non possiamo dimenticarli. Io canto per loro! Io canto per noi! E noi canteremo sempre per voi!