Vincenzo Incenzo: "La musica deve avvicinare i confini, fare rete, comunicare vicinanza", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista a Bellacanzone.
Da venerdì 3 luglio è in radio, sulle piattaforme streaming e in digital download “ALLONS ENFANTS!”, il nuovo brano di VINCENZO INCENZO che anticipa il nuovo album di inediti “Ego”, in uscita il 4 settembre.
Interamente scritto da Vincenzo Incenzo, “ALLONS ENFANTS!” è un pezzo che invita a combattere “con la bellezza del nostro agire i bianchi sepolcri della morale, le porte girevoli dei partiti e tutte le forme di populismo”, su un sound elettronico in crescendo, che esplode in un ritornello corale dai toni solenni e allo stesso tempo satirici. La produzione è affidata a Jurij Ricotti (che vanta collaborazioni con Andrea Bocelli, Queen, Ariana Grande).
Come nasce Allons Enfants?
La scorsa estate ho girato parecchio per il mondo, in particolare Europa e America Latina. Quello che mi è arrivato alle orecchie, nella metropolitana di Madrid come nel barrio di Cartagena, è stato un suono preciso, uniforme, seppure variegato; il suono di una volontà che parte dal basso, il ritmo di ragazzi che stanno creando un nuovo linguaggio, l’impulso di un movimento generazionale che si sta ramificando, pronto a far saltare il coperchio della pentola; è l’onda di un mondo nuovo, pronto a un outing totale, culturale, sessuale, religioso, politico. Ho voluto raccontare questo sentimento, questa voglia di rivoluzione, e l’ho fatto seguendo un itinerario ideale, che tocca Italia, Francia, Inghilterra, Spagna e si imbarca per le Americhe.
Come mai ci sono tre versioni diverse di questo brano? Ego è il tuo nuovo album: vuoi darci qualche anticipazione?
Come ti dicevo, ho voluto rappresentare il mio viaggio, fisico e artistico di questa estate, dove Idiomi e codici musicali si sono mescolati seguendo le varie culture; per questo ho voluto rappresentare con versioni differenti il brano, che avrà una sua estensione poi con una serie di straordinari remix raccolti on line da tutte le latitudini. Credo che la musica debba fare questo, avvicinare i confini, fare rete, comunicare vicinanza. E perché no, fare politica. Reputo parte integrante del progetto il video, visionario e distopico, curato dal videomaker Luca Bizzi, che rappresenta con formidabili immagini animate, integrate a immagini reali, un dopomondo che fa pensare alle pagine di Orwell e Huxley. Quanto all’album, sono strafelice di questo lavoro. Viaggiare e confrontarmi con nuovi musicisti mi ha aperto la mente. È un album diretto, senza filtri. C’è la mia parte più intima, ci sono i migliori musicisti, coordinati dal mio produttore Jurij Ricotti, che ha creato un mondo sonoro magnifico.
Come hai vissuto il periodo della quarantena dal punto di vista emotivo e lavorativo?
Per me è stato principalmente un periodo di studio; oltre a terminare il nuovo album EGO, sono tornato sui libri; filosofia, storia, testi classici. Ho cercato un rapporto continuativo sui social proponendo argomenti di discussione, dall’arte, alla politica, alla sociologia, e facendo mini concerti con un appuntamento fisso su Facebook. Ho approfittato per resettarmi e mettermi a fuoco sulle mie motivazioni umane e artistiche. Anche se ho sofferto la mancanza dell’abbraccio, ho gestito la mia solitudine in maniera creativa; è un atteggiamento che mi è congeniale, la mia vita non si è modificata poi di tanto. Resta il dolore per quanto successo e le domande sul futuro; non avere ancora risposte chiare mette tutto in bilico, purtroppo.
Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia? Dove ti vedremo nei prossimi mesi?
Si deve lavorare perché il live continui a vivere. Non è concepibile farne a meno. Ho detto spesso che il concerto è una delle ultime rappresentazioni del rito e del sacro; in qualunque forma si manifesti, dal pub allo stadio, è una magia irripetibile. Per quello che mi riguarda sto seguendo passo passo il percorso di riapertura possibile di alcuni teatri, per partire a fine settembre con degli appuntamenti in giro per l’Italia. Questo album, rivoluzionario rispetto al precedente, con tanta elettronica dentro e tanta multimedialità applicata, ha bisogno del live per esprimersi in tutto il suo potenziale. Ed io non vedo l’ora di farlo esplodere.