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Viola Nocenzi: “Pensiero Viola è un racconto genuino”

Viola Nocenzi: “Pensiero Viola è un racconto genuino”

Intervista a Viola Nocenzi, artista dall'animo rock che ha pubblicato il suo primo libro "Pensiero Viola". Un racconto genuino e senza filtri di una vita vissuta nella musica.

Si intitola Pensiero Viola, il nuovo libro (edito da Compagnia Nuove Indye) della cantautrice Viola
Nocenzi
scritto con il giornalista, scrittore e critico musicale Leonardo Lodato, disponibile in
libreria, e in tutte le lingue su Amazon Kindle e Hi-Qu Store, dove è acquistabile anche il
merchandising. A firmare la prefazione è uno dei più prestigiosi nomi del teatro italiano: Pamela Villoresi. Abbiamo incontrato Viola Nocenzi in occasione dell’uscita del libro. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Viola, partiamo subito da “pensiero Viola”, da dove nasce l’idea di scrivere un libro e soprattuto perché hai scelto come forma di racconto il romanzo epistolare?

L’idea nasce da Leonardo Lodato che è anche il mio interlocutore nel libro. Tra me e lui a seguito di un’intervista è nata un’amicizia. Io e Leonardo abbiamo cominciato a scriverci su whatsapp e lui mi disse che gli sarebbe piaciuto scrivere un libro su di me. Io gli ho detto di farlo, così abbiamo iniziato a scambiarci delle mail. Sono state mail genuine di conoscenza reale tra me e lui e di racconto di tutto quello che mi stava succedendo in quell’anno. Lo stesso anno in cui è uscito il mio album omonimo. Le esperienze artistiche importanti che vivevo gliele raccontavo e da lì abbiamo parlato dei miei ricordi e della musica. Alla fine è venuta fuori una raccolta epistolare. La genesi non è stata studiata a tavolino ma è venuto fuori in modo naturale e genuino, quindi abbiamo deciso di pubblicare proprio le nostre conversazioni per mantenere la genuinità del tutto. All’interno del libro c’è il mio primo amore, ai ricordi di quando ero bambina a tutte le esperienze che mi hanno segnato. Racconta qualcosa di vero. Il libro è uno spirito autentico, non ci sono filtri o secondi fini. C’è la voglia genuina di due anime di conoscersi e accendono percorsi che non sono scontati e non promossi facilmente dalla comunicazione.

Questo è un libro originale… Questo tipo di linguaggio è abbastanza inusuale soprattutto nelle biografie in un racconto di vita…

Brava! Lo penso anche io! In tutte le interviste fatte non mi piace raccontare molto alcune esperienze personali, solo a Vanity Fair ho raccontato della mia esperienza con Alda Merini e il legame che aveva con il mio album. Raccontare una piccola parte di me è già tanto! Quindi in questo libro dove io racconto tanto di me per il mio carattere è stata una cosa molto difficile, ma è molto emozionante.

Tra l’altro questo libro ha anche una colonna sonora…

Io e Leonardo siamo appassionati di musica e ne abbiamo parlato molto. Abbiamo parlato di come la musica ha segnato la nostra vita. Io racconto anche nel dettaglio l’uscita del mio secondo singolo “Viola”. Gli racconto delle riprese sul set del video e glielo racconto subito dopo averlo vissuto. Quindi c’è tutto il mio entusiasmo e la mia emozione. Parliamo tanto della mia musica, del Banco del mutuo soccorso, di tanti artisti italiani e non solo. La playlist collegata al libro raccoglie davvero tanti brani di generi diversi. Tramite il QR Code si avvede alla playlist su Spotify ed è una cosa che mi è piaciuta tanto perché è interattiva.

La musica è il centro della tua vita, hai fatto molte esperienze importanti e hai incontrato moltissimi artisti tra i più grandi in Italia. C’è un consiglio o un ricordo al quale sei particolarmente legata?

Ce ne sono tanti. Uno è un ricordo di quando ero bimba e mio padre aveva fatto montare un palco nel giardino di casa nostra per ospitare artisti per fare prove prima dei live. Poi io super appassionata di musica fin da bambina, proprio l’altro giorno ho trovato una foto di me a 3 anni che indossavo delle scarpe da ballo. Da piccola amavo indossarle per tutto il giorno e facevo esibizioni di canto e ballo sui tavolini dai quali puntualmente cadevo. Quindi ho avuto sempre questa fissa di stare sul palco. Un giorno arriva Renato Zero per fare le prove ed ero molto affascinata dalla sua figura. Io ci parlo e gli dico: “tu sei famoso, mi piace come sali sul palco” e lui mi fa salire sul palco vuoto e mi dice una frase che non dimenticherò mai “quando entri su un palco sei il re o la regina, devi entrare così”. Da quel momento in tutti i miei concerti prima di entrare mi viene in mente questa immagine, questo insegnamento. Ad oggi tutti mi dicono che quando entro in scena faccio la differenza come personalità. Questo lo devo a questa esperienza e anche a mio papà e a tutti i suoi insegnamenti. Poi Alda Merini e Ennio Morricone hanno influito tantissimo sulla mia vita. Ad esempio Morricone ha segnato il mio modo di insegnare canto ma anche di concepire la vita oltre che l’arte, ovvero, di rifuggire sempre la mediocrità. Questo coincide con quello che mi diceva sempre mio padre, insegnamento duro però molto utile.

Con Alda Merini invece…

è stato un incontro scioccante perché è una persona davanti la quale non sono riuscita a parlare per un bel po’ di ore. Ero a casa sua con mio papà e non riuscivo a parlare e io sono una persona che di solito parla molto. Non so spiegarti il suo carisma e lei è una di quelle persone che guarda oltre ed io ero paralizzata. Già scrivevo musica e facevo concerti, lei non mi ha mai rivolto parola ma è stato bellissimo vedere due titani: lei e mio padre lavorare insieme. Da questo incontro tra loro due poi è nato l’album “Movimenti” e io ho visto uno scambio meraviglioso tra due personalità geniali. Io ero un granello di polvere ahahah. Prima di andare via mi diede un regalo per me. Io entro nella sua camera da letto e mi dà una gabbia e sull’uscio della porta mi dice “quando deciderai di uscire fuori dimmelo”. Sono andata via con questa gabbia e con questa frase mi aveva scioccato. Questa gabbietta ce l’ho ancora e quando è uscito io mio album e ho scritto e tirato fuori tutto quello che avevo dentro ho capito cosa volesse dire. Ha uno sguardo che ti buca dentro.

Viola Nocenzi ti definisci una ragazza rock ma anche d’altri tempi, come convivono queste due anime dentro di te?

Per me rock significa essere naturalmente anticonvenzionali alla ricerca del progresso e alla ricerca della sovversione delle regole. Io questa caratteristica la ho di natura, vivo nel mondo del relativismo completo. Non mi omologo, è la mia inclinazione naturale. Provengo poi la rock progressive inteso come un rock che vuole sperimentare e innovare ma non rinnega la tradizione. Sono d’altri tempi per quello che di buono c’è nei valori, nella memoria, nell’autenticità, nel ricordo di quello che sei, il bene che hai ricevuto. Ho voluto raccontare anche le mie esperienze con determinati artisti per ringraziare la vita e quelle persone che mi hanno veramente aiutata. In questo sono di altri tempi, credo molto nel dire grazie, nel rispetto e nell’autenticità e quindi anche nel tipo di rock che appartiene a me.

Pensiero Viola avrà un seguito? Farà parte di un progetto più ampio?

Non ci abbiamo ancora pensato, sicuramente ci sono le presentazioni e non direi mai di no ad un sequel. Quindi mai dire mai. Intanto al progetto è legato un merchandising molto particolare. Oltre le felpe e le magliette con la citazione di un mio brano che si chiama “bellezza”: “che la soluzione infondo sia solo l’amore e la bellezza” cardini concettuali di tutto l’album inteso con il senso della meraviglia, di un bambino che guarda con lo stupore e la meraviglia. Questa citazione è un po’ il manifesto del mio pensiero perché l’amore e la bellezza possono renderci liberi e staccarci dall’omologazione. Poi ci sono scarpe, calzini, block notes. Di tutto e di più (ride).