Malika Ayane: “Malifesto è un inno alle emozioni ”

Malika Ayane presenta in conferenza stampa il suo nuovo progetto discografico. Malifesto esce il 26 marzo ed è un inno alle emozioni e all'importanza di manifestarle.

Il 25 marzo alle ore 12.00 in punto Malika Ayane presenta in conferenza stampa il suo nuovo progetto
discografico. Malifesto esce il 26 marzo e arriva subito dopo la sua esperienza al 71esimo Festival di
Sanremo
dove ha gareggiato con “Ti piaci così”. La conferenza si svolge in modalità “virtuale”, una modalità forzata dalle misure anti-covid. La cantante appare subito piena di entusiasmo e impaziente di raccontare ai giornalisti il suo nuovo album. Questo nuovo lavoro, spiega Malika Ayane, è un inno alla riscoperta del valore delle emozioni e all’importanza di manifestarle. L’artista lascia spazio anche alla leggerezza, il migliore degli atteggiamenti per mettersi di fronte alle cose. Malifesto è una fotografia di diversi stati d’animo che Malika Ayane ha deciso, a modo suo, di manifestare.

Malika Ayane: “sono sempre positiva e affronto la vita con entusiasmo”

In Malifesto le doti canore di Malika Ayane esplodono canzone dopo canzone regalando a chi ascolta tutte le sfumature della sua voce. La cantante è da sempre un riferimento di cantautorato raffinato e contemporaneo, che si è distinta per le sue sonorità e per la costante ricerca di toni diversi. In tutta la sua carriera artistica il presente ha un ruolo fondamentale e lo ritroviamo anche in questo disco. Questo è il suo sesto progetto discografico ed è prodotto con Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo. Il tutto è stato registrato a Milano. Ricordiamo che nell’album è presente anche il brano sanremese “Ti piaci così” che invita alla consapevolezza di sé, a celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo.

Malika Ayane mi ha inviato una serie di foto e video per darmi delle suggestioni estetiche, per dare un
suono alle immagini. Abbiamo fatto una ricerca su tutta la scena del cantautorato francese e belga, il
“french touch”, cercando di mischiare la Francia al nostro background. A volte inserendo delle vere e
proprie citazioni. Una produzione volutamente minimale che rispetta l’estetica elegante prefissata e che
lascia spazio alla voce di Malika Ayane. Lei ha una timbrica unica, calda. Ho abbassato le tonalità di diverse
canzoni per sfruttare la parte bassa della voce, quasi a farle sussurrare le parole.”

Racconta Antonio Filippelli.
Cover Malifesto

Colapesce e Di Martino firmano Malifesto

Come racconta Malika Ayane in conferenza il basso è protagonista di Malifesto. In particolare il basso
Hofner è utilizzato per creare un disco “bassocentrico”. Pochissime chitarre elettriche. Presenti strumenti
acustici a corda come la chitarra classica, l’ukulele, la chitarra acustica e l’AutoHarp. Per i tasti la scelta è
caduta su pianoforte verticale, Clavi, Rhodes e synth come Juno 60, Jupiter, il tutto abbracciato da tappeti
di Mellotron e Archi.
Malifesto è un vero e proprio racconto delle emozioni in maniera universale, pura ed essenziale. Lo spirito
dell’album è perfettamente rappresentato da una copertina semplice ma intensa, un’opera di Max Cardelli.
È un ritratto dinamico di Malika Ayane in bianco e nero, come se fosse stata colta nel momento del salto
verso quella miriade di emozioni e stati d’animo che ha deciso di manifestare attraverso la musica.

Un album composto da 10 brani che Malika Ayane ha scritto e composto insieme, tra gli altri, a Pacifico,
Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari. E ancora Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino. Il viaggio di Malika Ayane parte da “Peccato Originale”, l’amore irrazionale, e prosegue con “Ti piaci così”, brano sul riconoscersi e celebrarsi per essere al mondo. Da “Telefonami”, il sapore malinconico di un amore appeso nonostante il tempo e la distanza. La tracklist continua con il racconto della maturità in “Come sarà” e la celebrazione dell’agire nonostante le avversità in “Per chi ha paura del buio”. Sesto brano del disco è “Mezzanotte” a cui seguono il bisogno di vivere senza sovrastrutture descritto in “A mani nude”, la necessità di splendere raccontata in “Brilla”, il bisogno di sciogliere le catene in “Formidabile” e, infine, la consapevolezza di esserci raccontata in “Senza Arrossire”.