Max Pezzali: "Ho una fiducia cieca nell'idea di pop e nel futuro", l'incontro con la stampa in occasione dell'uscita del nuovo album il 30 ottobre.
“Qualcosa di nuovo” è il nuovo singolo di Max Pezzali che anticipa il nuovo album di inediti omonimo in uscita il 30 ottobre per Warner Music. A causa della pandemia del Covid-19 i concerti a San Siro sono stati rinviati e Max con lo Stato sociale ha fondato la DCPM SQUAD, una superband di amici/artisti nata durante la quarantena per aiutare le migliaia di professionisti del mondo dello spettacolo in un momento di crisi senza precedenti.
Mercoledì 28 ottobre Max ha incontrato virtualmente su Zoom alcuni giornalisti per parlare di questo progetto: “L’album era previsto per aprile, poi è stato posticipato, anche se era tutto ragionato in vista del concerto a San Siro a luglio. Per me è cambiato molto dal punto di vista della concezione dell’album. Quello che mi sembrava normale nelle canzoni prima, non mi sembrava meritevole di racconto dopo. In seguito alla fine del primo lockdown, al netto dell’assenza della musica dal vivo che per me è penalizzante, perché il live è l’elemento fondamentale, ho pensato fosse giusto far uscire l’album. Per me il disco rappresenta un momento dell’artista e delle persone che hai intorno. Ritardare ancora rischierebbe di farlo diventare obsoleto rispetto al contesto in cui è stato creato“.
Ma cos’è rimasto di quel Max Pezzali degli esordi 30 anni fa? “Una fiducia cieca nell’idea di pop, nonostante non se la passi benissimo. Del ragazzo di allora ho mantenuto una fiducia cieca nel futuro. Non ho ceduto alla facile lusinga, soprattutto quando passano gli anni, di diventare conservatore. Personalmente ho mantenuto un forte legale con la mia città”.
Pezzali si è impegnato molto per aiutare i lavoratori dello spettacolo: “Lo stato di salute della musica è quello che è. Per chi fa il mio mestiere quello che è da evitare è l’assembramento, l’aggregazione, che è la ragione della nostra vita, del nostro lavoro. Non vado in giro con un quartetto d’archi, faccio altro durante i live, quindi c’è bisogno di una band. Il problema della musica è enorme e non solo per me, ma anche per esempio per i dj. È un settore che ha bisogno di ossigeno”.
Magari lo vedremo a marzo al Festival di Sanremo nel cast dei Big? “Sanremo non è il mio campo da gioco ideale. Non sono molto adatto a quella dinamica, però vorrei dare un grande abbraccio ad Amadeus e a Fiorello perché la musica ha bisogno di un grande traino, quindi un Sanremo che accenda i fari sulla situazione attuale della musica”.
E la tanto sognata reunion con Mauro Repetto, quindi degli 883? “Lui mi ha mandato delle tracce su cui sta lavorando, quindi voglio ascoltare tutto, lavorarci sopra. Qualcosa dobbiamo inventarci oltre San Siro. Ci sta mettendo molto impegno con la musica e potrebbe essere una cosa interessante”.