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Caparezza torna a Rock in Roma e scatena il diluvio universale – Video e scaletta

Caparezza torna a Rock in Roma e scatena il diluvio universale - Video e scaletta

Caparezza è una vecchia conoscenza del Rock in Roma. Dal 2009 ad oggi è salito sul palco ben sei volte e l’ultima – quella di lunedì 16 luglio 2018 – verrà ricordata sicuramente come quella più “bagnata”. La giornata non era iniziata nel migliore dei modi. Già dal primo pomeriggio la pioggia aveva colto di sorpresa la Capitale. Una pioggerellina estiva. Niente di che. In apertura gli Eugenio in Via di Gioia (band di cui sentiremo parlare) che hanno fatto scatenare la folla. Poi pausa di qualche minuto. E lì, proprio in quel momento, ricomincia a piovere. Tra ombrelli e k-way il pubblico non si muove. Dagli adolescenti ai genitori in compagnia dei propri figli, i fan di Caparezza aspettano sotto la pioggia l’arrivo del loro idolo.

Caparezza non è solito fare concerti pieni di canzoni di successo, ma preferisce concentrarsi sull’ultimo album e poi allietare il pubblico tra un brano e l’altro con le sue vecchie hit. Senza dimenticare una particolare attenzione alla scenografia con continui cambi sorprendenti. E così si parte con L’infinto, quattordicesima traccia del suo settimo ed ultimo album Prisoner 709. Un disco nato da una profonda crisi interiore dell’artista, incentrato sulla tematica dell’ingabbiamento all’interno della propria dimensione mentale. Rispetto al precedente Museica troviamo sonorità più vicine al rock e chiari riferimenti all’acufene, disturbo che lo ha colpito nel 2015 e che l’ha influenzato molto nel modo di vivere ed ascoltare la musica. Un fischio costante nell’orecchio da cui “si è liberato”, in un certo senso, proprio grazie alla scrittura di quest’album. Ora lui stesso ironizza sul problema, come ha fatto anche durante il concerto.

Per arrivare ai grandi classici dobbiamo aspettare il quarto pezzo con La mia parte intollerante, presente in Habemus Capa del 2006. Esattamente quattro brani dopo il delirio. Durante l’esibizione di Vengo dalla luna, uno dei brani più amati dai suoi fan e presenti nel secondo album (quello che l’ha fatto conoscere al grande pubblico) Verità supposte, si scatena un vero e proprio acquazzone. Un diluvio universale in piena regola con gente che scappa e cerca di ripararsi nei pochi posti al coperto. I più coraggiosi restano sotto palco a saltare e proprio per questo lo stesso Michele Salvemini ringrazia tutti verso la fine per la pazienza: È stata una serata molto difficile. Grazie di cuore a tutti.

La scaletta