La Bellacanzone del mese è Bagno a mezzanotte di Elodie

Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una al mese degna di potersi fregiare.

La bella canzone di questo mese è di una bella e brava cantante della nostra scena musicale. Brava lei e bella l’iniziativa legata alla canzone. Perché la cantante è Elodie e la canzone è Bagno a mezzanotte, singolo il cui ricavato di vendita “sarà destinato ai progetti di Save the Children in Ucraina e nei paesi confinanti per distribuire cibo, acqua pulita, kit igienici, medicine, coperte per l’inverno e supporto psicologico ed economico a migliaia di bambini e bambine in fuga dalla guerra”.

Potrebbe bastare anche soltanto questo (e il videoclip) a farne una canzone degna di nota, ma il brano è obiettivamente ben scritto e contiene un chiodo – bisogna ammetterlo – molto forte nel ritornello; perfetto per Elodie, a nostro avviso. Ma partiamo dall’inizio, classico, quasi vintage (in bianco e nero potremmo dire, come il video), sia musicalmente che testualmente (Stare con te è facile, un po’ come sorridere, come bere un sorso d’acqua, è come stringere forte il cuscino e mille fate che poi danzano).

La prosecuzione è più che mai (volutamente) in bianco e nero, reso esplicito dalle parole e dalle immagini (romantiche) descritte, senza dimenticare il cliché del “morire d’amore” anche se mitigato da un “forse”: E io non lo so, forse stanotte morirò, tra le tue braccia, come in un vecchio film in bianco e nero, e tu mi sposti i capelli che scendono giù. Furba l’idea di legare sul lancio del ritornello un ricciolo che già balla” ad un ritornello fatto, appunto, per ballare. Il ritornello è un chiodo vincente, che entra in testa in soli tre passi, la stessa testa dove c’è la “festa” a cui Elodie invita con tono quasi di sfida il suo interlocutore amoroso: Uno, due, tre, alza il volume nella testa, è qui dentro la mia festa, baby. Uno, due, tre, alza il volume nella testa, è qui dentro la mia festa, baby.

La strofa riprende con facili metafore che portano finalmente al titolo della canzone: Stare con te è facile, quasi come aprire la finestra… farsi accarezzare il viso da quel vento caldo, a mezzanotte fare il bagno. E poi via di nuovo col ritornello, che tanto ci interessa quello! Almeno in una canzone così. Se proprio volessimo trovare una pecca, seppur veniale, è l’utilizzo di quel “baby” nei ritornelli, che francamente dubitiamo credibili o romantici se rivolti da un ragazzo ad una ragazza, figuriamoci il contrario. Comunque se non brutto come utilizzo, quantomeno opinabile. In una canzone di questo tipo, però, in fondo ci può stare. Perché è una bella canzone.