Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Dopo la bella canzone della star internazionale Laura Pausini, vogliamo condividere quella che riteniamo la scoperta – o la nascita, vedi tu – di quello che riteniamo un nuovo astro della musica italiana, e per di più del tanto bistrattato cantautorato femminile. Il tempo ci darà ragione (?). Una ragione, o forse mille, come il nome scelto dalla romana Elisa Pucci (Mille, appunto) per cantare con coraggio garibaldino canzoni veramente interessanti, con un look originale fra eye-liner e frangetta, gonne a vita alta e acconciatura retrò (ispirate alla propria madre, come dichiara lei stessa).
Già notata e amata da Skin nell’edizione numero 9 di X-Factor come leader della band Moseek, mette nella cartucciera dei singoli cinque belle canzoni (illustrate in altrettanti bei video, atti a costruire e mostrare un’immagine ed uno stile coerenti e solidi). Fra queste, parliamo del più recente, “I pazzi”, in cui come nelle altre parla di amore e di sofferenze o incertezze a lui legate, in cui molti possono riconoscersi, però con un linguaggio testuale tutto suo e melodie accattivanti, ma non allineate al normale (in senso negativo) mainstream. Mille è evidente sia un’artista che ha maturato bene capacità ed esperienze, arrivando a coniugare efficacemente personalità cantautorale e pop, ispirandosi sicuramente al mondo anglosassone ma anche a Dalla e altri cantautori di quel livello.
“I pazzi”, nonostante l’ardita sregolatezza di frasi melodiche che non permettono facilmente di fare rime (che a volte forse mancano un po’, lasciando spazio a rime interne e assonanze lontane, a differenza degli altri suoi brani) e la ricchezza di parti strutturali, risulta molto accattivante, e riesce ad entrare in testa con un ritornello potente e un po’ insolito per l’Italia nelle sue evoluzioni melodiche. Troviamo un amore incerto e pazzo, forse come il ragazzo che si sveglia accanto a lei (Dico al cuore, quel ragazzo è pazzo, che mi si sveglia accanto senza un filo di trucco) o come in fondo è sempre (Adesso ho un brivido: è un esercito che arriva qui da noi. Una guerra in modo stupido, che inizia senza baciarsi mai) al punto da rendere un po’ pazza anche la scrittura della canzone, ma senza perdere di vista la speranza che ogni amore porta comunque con sé all’inizio.
E qui arrivano frasi d’amore indimenticabili come “Neanche da vecchi saremo vecchi”. “I pazzi sembrano tristi” solo perché chi non lo è li vede così, come succede agli innamorati. Interessanti frasi e concetti come applaudirò i campioni che non hanno mai vinto un mondiale. Cerco il paradiso nel negozio più vicino che mi dia qualche anno in meno, e anche e soprattutto le curate parti con vocalizzi, che aumentano il fascino di questa canzone e di questa artista e di questa bella canzone finalmente anomala in un panorama che insegue i gusti della pancia e non quelli della bellezza e della vera esigenza artistica. Si vede che c’è gente che lavora sodo e bene e crede ancora che la canzone sia arte, seppur nel suo piccolo. I pazzi saranno quelli che non si accorgeranno di te, Mille.