Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Per citare l’ultima bella canzone della settimana, passiamo da un Superclassico di nome (il singolo di Ernia) a un super classico di fatto: Claudio Baglioni. Il grandissimo cantautore romano torna con un nuovo singolo sulla scena discografica, in attesa di poter tornare sulle scene vere, rimandate a data da destinarsi per la pandemia in corso.
Il nuovo singolo, anticipatore dell’attesissimo (da 7 anni) album di inediti in uscita il 4 dicembre prossimo (In questa storia, che è la mia), si chiama Io non sono lì, ed è la dimostrazione che si può rimanere fedeli a sé stessi, magari sembrare di ripetersi, ma mantenere una qualità alta di scrittura e composizione. Ennesima canzone d’amore dell’artista che nel titolo un po’ ricorda musicalmente le sue Mille giorni di te e di me e Va tutto bene (ma in fondo, si tratta del suo stile compositivo) e che rifà il verso alla sua Io sono qui, ma con un’idea che appare originale, specialmente se pensiamo che d’amore è stato scritto tanto e tanto è stato scritto sulle tematiche di questo sentimento da Baglioni.
Il protagonista infatti, non è lì dove è la sua (ex) amata, ma immagina i gesti quotidiani in cui è sicuramente immersa e che è solita fare, che lui conosce bene. Immagina un ipotetico giorno dalla mattina alla sera, da appena sveglia a quando va a dormire, con strofe perfettamente in rima che sono costruite con certosina precisione e passione per la lingua e che scattano una serie di interrogative fotografie di lei, che ce la fanno “spiare”, come se fossimo lì (ah ah ah).
E così, sin dall’inizio, se guardiamo il testo delle prime strofe: Chi lo sa se ti alzi ancora mezza addormentata, se ti scaldi il petto con la tazza tra le dita, se ti fai la doccia sulle punte a schiena un po’ inarcata, se ti provi tutti gli abiti e non c’è mai un sì. Chi lo sa se cerchi dove l’auto è parcheggiata, se là in mezzo al traffico ti metti la matita, se ti volti verso me con la tua faccia stralunata. E poi ancora: Chi lo sa se arrivi sempre all’ultimo affannata, se tu mangi poco e non ti trovi dimagrita, se ti alleni con la stessa maglia logora e bagnata, se ti vedi con le amiche a ridere di chi. Chi lo sa se a cena ti sei solo un po’ ubriacata, se rientri tardi e ti abbandoni giù sfinita, se ti appoggi al mio cuscino con la testa già assonnata.
Nei ritornelli, capiamo prima che c’è una nostalgia per la storia come è nata (Io non sono lì, lì dov’eri tu, quando un’aurora ci stupì, in quel temporale che un’estate ci ammattì, dentro un bacio eterno che il cuore ci stordì, tra i desideri e i giuramenti che il mondo non udì, che sento come fossi lì), poi che c’è il rammarico per quando è finita (Io non sono lì, dove fosti tu mentre una stella ci smarrì lungo il falsopiano, che un inverno ci tradì sotto quella neve che i passi ci sbiadì Nelle carezze e negli abbracci che il gelo intirizzì, che stringo come se io fossi lì. Io non sono lì dove sarai tu e il nostro amore che appassì).
Ma in fondo, l’amore ha senso anche in quest’assenza (Io ti penso e ha un senso pure viverti così), anche nel non essere accanto a chi amiamo, sia se l’amore è in corso, sia se la storia è finita. Ma la storia di Baglioni non finisce mai, perché continua a darci belle canzoni come quest’ultima Io non sono lì.