Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
Michele Bravi si riaffaccia timidamente alla ribalta dopo tre anni dall’album Anime di carta – certificato oro e contenente bellissimo brano sanremese“Il diario degli errori“ (certificato doppio platino). Ritorna anche dopo la brutta storia di cui è stato purtroppo protagonista – l’incidente in cui ha perso la vita una persona nel 2018 – con una nuova intensa canzone, La vita breve dei coriandoli, dove il suo talento di artista di razza tira fuori la sua forza fragile e la sua forte fragilità, in un’interpretazione che prelude ad un nuovo album, La geografia del buio.
L’inizio di un nuovo corso della vita di Michele, perché come lui stesso ha dichiarato, non sarà più la stessa. L’album, di prossima uscita ma data destinarsi a causa della pandemia, rappresenterà “un racconto attraverso la ferita del mondo. Una perdita di aderenza dal reale e il tuffo in un’oscurità che racchiude in sé la violenza della vita e riscopre nell’amore l’unica salvezza. Un amore che non combatte il male ma che aiuta a disegnarne la geografia”. La nuova canzone è scritta dallo stesso Bravi insieme ad altri quattro autori altrettanto “bravi”: Cheope, Federica Abbate, Giuseppe Anastasi e Francesco Catitti, più noto come Katoo e produttore del brano.
La vita breve dei coriandoli è resa dal cantante con grande verità e credibilità, espressione – rotta nella voce e sincera nell’anima – di un percorso compiuto attraverso il buio del dramma e del dolore che poi, grazie all’amore, riporta alla luce della vita con la bellezza delle piccole cose. Sui social è lo stesso Bravi a spiegare così la canzone: “Dentro la fragilità di un dettaglio è nascosta la regola dell’universo. In un gesto sottile, un modo per attraversare l’oscurità”.
Molto affascinante il testo, che nasce piano, con un intro cantato senza filtri e musica, e ci porta per mano, e per voce, verso le vette d’intensità emotiva notevoli del ritornello, dove ci aspetta per colpirci proprio quel titolo così originale e intrigante, La vita breve dei coriandoli, apice di un percorso verbale sostenuto da rime e allitterazioni che insistono sul suono delle “i” finali: siamo qui, affascinati dalle immagini, dal bianco e nero di quei vecchi film, dal primo volo delle rondini, di cosa sono fatti gli angeli, la vita breve dei coriandoli, ci fa sentire che noi siamo liberi e tutto questo ancora mette i brividi, i brividi.
E ancora, nella variazione del ritornello alla fine: …evoluzioni degli acrobati, dal movimento degli oceani, dal vento che accarezza gli alberi, la vita breve dei coriandoli… La vita breve dei coriandoli è una bella canzone: bentornato Michele Bravi, siamo certi che la tua vita artistica non sarà così breve, ma lunga e costellata di meritate soddisfazioni.