Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Questa settimana vogliamo parlare di un recente ritorno sulla scena discografica, quello di Marco Mengoni. Dopo due anni di assenza, l’artista è tornato nelle radio e nelle playlist di molti con il singolo Ma stasera. Una canzone finalmente “leggera”, dopo la tanta “pesantezza” delle più recenti “solite” ballad proposte al pubblico, seppur belle anch’esse. Lo stesso Mengoni ha dichiarato a tal proposito “Sono tornato senza lacrime, quest’estate balliamo”.
E balliamo grazie ad atmosfere elettroniche anni ’80 (da un po’ di tempo rispolverate e rivalutate, anche con successo, da Thegiornalisti in poi) e sonorità fra il funky e la disco. Una canzone che sembra voler invitare l’ascoltatore a dare il giusto peso e valore ad ogni momento di una socialità persa per oltre un anno, ma che piano piano sta rinascendo. Una riflessione “sulla ripartenza dopo un periodo complicato, ripartenza che inizia proprio da Questa sera e che ci proietta in un futuro nuovo”, come spiega Mengoni.
Il brano è scritto dallo stesso cantante insieme a un team collaudato di professionisti, firme avvezze al successo negli ultimi anni, specie d’estate: Davide Petrella, Federica Abbate e Francesco “Katoo” Catitti. Gli ingredienti di questo buon brano estivo, che può avere la sola pretesa di segnare il ritorno di Mengoni con un brano easy (nell’ascolto e nel successo), sono senz’altro una strofa gradevole che porta verso un ritornello musicalmente accattivante e un testo in parte interessante e in parte fatto di flash emozionali (molto in voga nella scrittura oggi, anche se opinabili come scelta di comunicazione e artistica).
Sono da segnalare rime inconsuete come disastro/alabastro (Scusami che disastro. Quello che provo per te sembra avorio ma invece è alabastro), più interessanti in quanto nell’incipit (che però promette e non mantiene appieno) e metafore che (purtroppo) attingono a realtà che preferiremmo non vedere spesso.
Ci riferiamo a schegge impazzite e fuoco amico (Quel sorriso ormai è fuoco amico, schegge impazzite, adesso che vuoi). Un neo lo troviamo nella frase Questa notte vorrei fosse eterna, che funzionano sempre nel romanticismo, ma non molto originali concettualmente ed espresse così. Volendo fare ancora i criticoni, a parte la sofferenza (personale) per l’imprecisione o la mancanza di varie rime, si potrebbe disquisire sul significato di una frase come “A cosa pensi quando tiri Poco prima che mi chiami (tira coca per trovare il coraggio di chiamare o cosa?). Va beh. Mengoni potrebbe fare ed ambire a meglio, ma comunque è tornato e con una canzone che ci piace.