Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Questa settimana vogliamo parlare di una canzone, di un duetto (o di un feat. come si preferisce oggi) inaspettato quanto convincente: Makumba di Noemi e Carl Brave, astri del pop soul l’una e della scena italo-romana di Brave, che dopo la separazione dal suo Franco126 sposa la “bravissima” Noemi, figura femminile ormai consolidata del panorama radiofonico dello stivale italico.
Makumba è senza dubbio uno dei brani più apprezzati dell’estate 2021, una classica istant song in cui parlato cantato di Carl Brave (dalle originali trovate romanorap come Un russo canta “O sole mio” o in quel fast food a Orvieto, si fonde in modo piacevole con la voce bella di Noemi, facendo di questa canzone un brano più che godibile e facilmente popolare.
Soprattutto grazie alla ripetizione tormentone del ritornello (E mentre il sole sale, sale, sale, sale su e a chi ci vuole male, male, male una makùmba. Che mi frega a me mi basta che rimani tu). Interessante il fare rima fra le tronche su e tu con la sillaba interna della parola makù(mba), sfruttando una divisione della parola in due, tipica del rap. Per chi non lo sapesse, la makumba è un rito propiziatorio di origini pagane che sembra diventare nel brano un filo indiretto tra i due protagonisti, una connessione tribale. La solitudine e la nostalgia diventa parte del racconto di Carl Brave che sottolinea l’assenza e ciò che rimane come esperienza, un rapporto che costringe il cantante a tenere chiuso il pugno per non lasciar volar via tutto. Totalmente contrapposto il crescendo di Noemi, che allontana le energie negative del passato con una “Makumba”, sognando poi di poter rimanere da soli: “E mentre il sole sale, sale, sale, sale su e a chi ci vuole male, male, male una makumba. Che mi frega a me basta che rimani tu”.
La canzone si muove fra superstizioni e innamoramenti, che grazie alla Makumba del titolo allontanano le energie maligne di storie personali negative lasciando spazio a prossimi possibili risvolti positivi, magari di riavvicinamento con la persona – in fondo – ancora amata. Strofe dall’argomento nostalgico e quasi triste, da storia d’amore finita da poco (Sapessi come a casa mia, adesso che non ci sei più, vorrei quasi buttarmi via), si risolvono nella spensieratezza speranzosa del ritornello, che sarà entrato in testa a tutti quelli che avranno incrociato l’ascolto con questa bella canzone senza pretese, ma con bella energia.