Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Dopo “Mille” di nome, questa settimana parliamo di un “Mille” di fatto (e non ci riferiamo ad Achille Lauro). Parliamo di quella che ha già tutte le carte in regola per essere uno dei più forti tormentoni di quest’estate, una canzone proposta da un improbabile quanto efficace trio, talmente trash da far sembrare più moderna Orietta Berti degli altri due (Fedez e Achille Lauro).
E probabilmente lo è. Tutti fanno il proprio al servizio di una canzone che ripropone l’ormai classico format di canzone con strofe fatte e scritte da rapper e ritornello cantato da bella voce (non sempre) femminile, sempre giovane, giovanissima. Così come è la voce della Berti, che nonostante l’età sfoggia ancora una vocalità limpida ed invidiabile da tutte le cosiddette cantanti di oggi. E lei regala generosamente tutti i colori più leggeri della sua ugola, per dare freschezza ad un ritornello che è già scritto per essere consumato come una coca cola sulla spiaggia. Un ritornello che ricorda sapientemente mille (anche qui) canzoni estive degli anni ’60, ricalcandone lo spirito seppur senza cader in plagi evidenti.
Il brano parte con l’intervento di Fedez, promotore del tutto, che non può fare a meno di mettere una parolaccia identitaria, anche in presenza di una signora, che sta al gioco (chi sfrutta chi?). Testo ben farcito di sequenze di rime ed idee (da rossetto-effetto-fatto-dispetto-balbetto-bacetto-pacchetto a Si vive una volta sola ma tu vali due, in rima con “sue”). Interessante la rima inconsueta vandalo-bungalow. Quando invece arriva il ritornello di Orietta, il linguaggio musicale e testuale si fa semplice, lineare, popolare, in una parola cantabile, in due memorizzabile: Quando sei arrivato ti stavo aspettando, con due occhi più grandi del mondo. Quante stelle ci girano intorno, se mi porti a ballare. Nella seconda parte, gli elementi più “geniali” e caratterizzanti: una frase musicale che sale, con un testo che contiene uno sponsor, ma ben camuffato.
Infatti recita labbra rosso coca-cola, riferendosi al colore della bibita ma senza nominarla in quanto tale. In più, il tutto chiude con un drop che contiene il titolo, trattato con allegria, mentre a ben vedere non dovrebbe (Hai risolto un bel problema e va bene così, ma poi me ne restano mille). Arriva poi la parte di Achille Lauro, che ovviamente parla di sesso e droga, seppure con ironia: Tre volte di fila, beh. Sei sicura che quello che ho preso era solo aspirina, seh. Per pochi, la rima beh-seh (un sì gergale). Interessante anche la sequenza twist-please-Grease, che oltre a un suono, cita un film che fa subito anni ’60, vintage. Come questa bella canzone, in perfetto equilibrio fra moda musicale di oggi e ritornelli spensierati di una volta. Viva tutti, specie Orietta Berti. Viva la musica italiana giovane (smile).