Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Questa settimana la bella canzone non è la canonica canzone pop (anche se poi è ormai un po’ tutto pop, almeno nelle intenzioni), ma un nuovo brano di Frankie Hi-Nrg Mc, storico (anche anagraficamente) e bravo rapper torinese, considerato un padre dell’hip hop italiano, che già in passato ha usato la sua talentuosa penna per scrivere un evergreen del genere: “Quelli che ben pensano”.
Torna ora su un mercato ormai di singoli, o meglio sulla scena virtuale, con la canzone Nuvole, un brano che propone un immancabile e interminabile fiume in piena di rime e giochi di parole, sempre interessanti e dai concetti che fanno pensare. Come sempre nel buon rap.
Da bravo cronista della vita e della società, Frankie racconta il suo lockdown e le sue sensazioni contraddittorie e complesse dell’isolamento forzato dalla pandemia in atto. Sue dichiarazioni come “i vicini diventano lontani” o “s’inizia a guardare con sospetto e a essere guardati con sospetto”, confermano quanto già ben esplicitato dal ricco testo della canzone, che al suono di un ritornello karmico come “Fuori splende il buio, dentro vedo solo nuvole”, snocciola frasi vincenti e convincenti come Giorni lenti oscuri e trasparenti scorrono, invisibili ai vedenti si rincorrono, contro la corrente, contro agli infermieri che soccorrono oppure come la notevole sequenza di rime e assonanze di Nei comuni che fanno alzare i droni a inseguire dei ladroni fin nei corridoi e negli androni corridori pelandroni, via nelle campagne tra gli agricoltori, e trottan tra i trattori e i detrattori simulando come attori, scivolando dai balconi trascinando cani di cartone sui vialoni, alani cogli aloni cogli le occasioni cogli un mazzo di gerani che i vicini cogli occhiali ad infrarossi stanno a fa’ gli infami.
Fra l’altro, in queste ultime frasi, da lodare la ripetizione della parola “cogli” con tre significati diversi (pronome, senso metaforico, senso letterale). La lingua senza peli dell’artista usa un variegato vocabolario per parlare di essere e malessere, disperazione e speranza, testimone attivo di come ogni rapper – quando è bravo – dimostra quanto potere, quanta forza possano avere le parole, quando usate con padronanza di linguaggio e di pensiero.
Pensiero che condividiamo, come quello che esprime col più che serio gioco di parole Vorrei essere immune, esser fuori dal comune senza uscire dal Comune. Per ora fuori splende il buio, ma canzoni così fanno luce sulle anime e su una cultura sempre più sbiadita e in ombra. Oltre che maltrattata e bistrattata da governanti e governati. Speriamo si diradino presto le nuvole, e nuove stelle tornino a brillare anche nel cielo della musica.