Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
È già uscita da un paio di settimane, ma questa “Rinascerò, rinascerai” di Roby Facchinetti, oltre che una bella canzone ci sembra di doveroso buon augurio; particolarmente ora che è arrivata la cosiddetta Fase 2 a dare speranza che si possa tornare ad una libertà personale più simile alla libertà che ci dà ascoltare buona musica.
Grazie all’aiuto di un altro Pooh come Stefano D’Orazio – autore del testo – è stata scritta dalla voce storica della 50ennale band italiana per raccogliere fondi per Bergamo, città natale di Facchinetti, a cui è dedicata, notoriamente molto martoriata dal virus.
Una canzone di scrittura classica ma ispirata e credibile, affine allo stile che nei decenni ci ha abituati ad apprezzare Roby come compositore e cantante. L’emozione sincera che ha spinto il leader dei Pooh a scrivere una canzone così si percepisce nella verità condivisibile (e già condivisa da ben oltre quattordici milioni di persone, tante sono le visualizzazione del video su youtube, che fra l’altro ne testimoniano il successo raggiunto anche in moltissime nazioni nel mondo) delle parole semplici e dirette del testo, fra il quotidiano ed il poetico (Quanto tutto sarà finito, torneremo a riveder le stelle), ma sempre piene di speranza, a cominciare dal titolo, che in quel “rinascerò, rinascerai” unisce il destino di ogni singola persona a quello della propria città.
Speranza che ritroviamo anche in versi come “La tempesta che ci travolge, ci piega ma non ci spezzerà”. Ed anche in versi in equilibrio fra sgomento e speranza, appunto, come “mi fa paura questa mia città” e “torneremo a fidarci di Dio”.
E poi c’è la fierezza di essere nati su quella terra, una fierezza che ognuno può tranquillamente traslare sulla propria città, se non sublimare in un essere italiani che tanto si confà ad una canzone corale come questa: Siamo nati per combattere la sorte,
ma ogni volta abbiamo sempre vinto noi.
Una canzone che qualcuno potrebbe tacciare come datata, ma che preferiamo definire e pensare al di sopra delle mode, una canzone come un tempo, o senza tempo. Del resto, è comunque sempre meglio ascoltare una bella canzone vecchia che una nuova canzone ma brutta. E Rinascerò, rinascerai, anche nella sua piccola retorica e nella sua sfacciata faccia da Pooh, è meglio di tante altre canzoni di questo tipo nate a casa e diffuse sul web; è una bella canzone.