Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
Forse questa settimana sembreremo matti, ma il nuovo singolo di Max Pezzali, Sembro matto, il secondo in attesa dell’album e del concerto (semmai si farà, ma soprattutto quando) per festeggiare i suoi 30 anni di carriera, ci sembra una bella canzone.
Nel suo stile di storico, ma con un featuring molto attuale con Tormento, rapper di punta della scena musicale, la canzone è uscita accompagnata da un videoclip girato sul set di Don Matteo, fiction di punta delle rete ammiraglia della Rai, giunta alle riprese della 13esima edizione.
“Sembro matto” è una canzone d’amore simpatica e consolatoria, dove il protagonista è consapevole che essersi innamorato quando non se lo aspettava (probabilmente non se lo aspettava più) lo fa sembrare agli altri come un alieno, un matto, appunto. Perché reagisce in un modo consono alla sua età, al suo carattere forse, al suo contesto sociale. In fondo, più o meno, come sembriamo a tutti a tutti quando ci innamoriamo.
Lo stesso Pezzali dice a tale proposito: “Incontrare di nuovo l’amore quando si pensava fosse ormai impossibile può avere l’effetto collaterale di darci un senso di ebbrezza, che a un osservatore esterno può sembrare eccessivo”. Ci sono i sentimenti di sempre e gli elementi classici delle canzoni dell’ex 883, cioè quelli riferiti a cose e situazioni della quotidianità metropolitana di oggi, come il GPS. Ma questa non è l’unica metafora automobilistica che il brano contiene.
Infatti, con professionale gestione del testo, troviamo ben sparse al suo interno, parole come ”incrocio” (Come stare in un incrocio in mezzo al niente senza mappa), “botto” e “impatto” (entrambi nel ritornello: hai fatto il botto, dopo l’impatto), la terna “rotto-smontato-rifatto” (sempre nel ritornello: perché mi hai preso il cuore dentro al petto, quando credevo che si fosse rotto hai smontato tutto e l’hai rifatto) e asfalto (Come uscire e camminare sollevato dall’asfalto).
Altro elemento molto comune nelle storie di vita raccontate dal Max della canzone nazionale è il viaggio e quel che si vede, il muoversi, specie in auto (anche qui). E così nella strofa abbiamo orizzonte, mare, ansia di arrivare, miraggio (però a un certo punto all’orizzonte s’intravede il mare e il cuore batte forte perché ha l’ansia di arrivare). Oppure uscire, camminare, azzurro, arrivare… Ma c’è anche la casa, i mobili (anche se si parla di casa senza mobili), il divano, i simboli della quotidianità dell’amore e della vita.
Come non condividere quel che ci canta Pezzali su una melodia dalla dinamica impeccabile, seppur niente di particolarmente nuovo? C’è spazio anche per un riferimento al mondo Marvel con una rima (imperfetta) molto rap come armatura di vibranio (componente dell’armatura di Iron Man) nella sequenza di quattro versi in rima -ano (voglio quei pomeriggi sul divano / in cui mi stringevi e respiravi piano / ho perso te e la mia armatura di vibranio / sembro strano). Una canzone, bella, che sicuramente piacerà ai nostalgici dell’adolescenza come Pezzali.