Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Con umore positivo e tampone negativo, contagiati più dalla pace pasquale che dal coronavirus (per fortuna), prima di dare ancora un’occhiata alla ricerca di belle canzoni nel repertorio dell’ormai archiviato Festival di Sanremo senza pubblico, vogliamo farci un’iniezione di speranza ascoltando una nuova canzone di Giuseppe Anastasi, Torneremo a scuola.
Già dal titolo è facile evincere il tema, che il cantautore – già vincitore di una Targa Tenco come “Miglior opera prima” e forse noto ai più per la sua lunga collaborazione con Arisa in veste di songwriter – riesce a trattare con le stesse sensibilità e capacità narrativa che spesso fa scorrere come sangue creativo dalle vene alle sue penne (stilografiche o plettri che siano). E non lo fa da solo, ma con altri tre autori noti del recente scenario autorale italiano: Daniele Coro, Giulia Anania e Morgana Giovannetti. Una canzone corale, come il coro dei bambini che possiamo ascoltare nei ritornelli, che pone al centro il malessere che vivono i bambini in questa lunga pandemia, ma anche la speranza pura di poterne uscire, insieme.
Perché i bambini rappresentano la speranza, il futuro, e la scuola, come istituzione e come periodo della vita, sono fondamentali, non solo per loro, ma anche per l’intera società civile, che troppo spesso sembra dimenticarsene. Comunque, tornando alla canzone, l’argomento trattato con semplicità e precisione è quello del rispetto, dell’uguaglianza e della gioia di vivere, che sono alla base di quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli con passione didattica e amorevole presenza, così come loro ci insegnano e ricordano che non dovremmo perdere mai spensieratezza, entusiasmo e dolcezza, istinto, voglia di giocare e di crescere.
In questa bella canzone troviamo una solida e piacevole cantilena, dalla melodia chiara e coerente col tema, dove si abbracciano interessanti rime baciate come Abdul/Kabul e In un mondo disarmato/come un cuore innamorato. Fra le tante frasi da notare, come chi sta indietro lo aspettiamo e ricordati di essere gentile, la frase migliore è probabilmente – giustamente posizionata come frase finale dei ritornelli e della canzone – impariamo dai bambini a diventare grandi. Notevole ed adeguata anche l’invenzione, senza limiti e pudori come la fantasia dei bambini, del numero millenovecentotresettemila. Le canzoni a volte fanno tornare bambini, specie chi le scrive. E qui si sente, e ce ne compiaciamo. E ci accodiamo ai bambini del coro di questa bella canzone per dire Torneremo a scuola.