Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.
Pier Cortese è uno di quei cantautori che avrebbero meritato di più, per sensibilità e bravura, ma le cose vanno anche così. E così, dopo dodici anni di assenza discografica, seppur sempre operativo, ad esempio con colonne sonore premiate e producendo brani per colleghi, il cantautore romano torna sulla scena con un singolo, che anticipa, come di consueto un prossimo album ad ottobre. Il brano è Tu non mi manchi, titolo che in un periodo di pandemia sembra strano, visto che ci mancano tante cose, e soprattutto le persone. Ma lui stesso rivela che è solo un caso, anche perché lui vive da sempre in una sorta di pandemia con sé stesso, conduce più una vita – specie emotiva – rivolta all’intimo più che al pubblico.
Tu non mi manchi è una canzone di una bellezza e di un fascino non consueti, che modernizza nei suoni e nelle atmosfere quella verità espressiva profonda che hanno saputo rivelare grandi cantautori del passato come Luigi Tenco. La canzone parla di una consapevolezza non comune, quella che potremmo riassumere nel saper vedere e considerare sempre il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto, in una sorta di visioni della vita quotidiana in yin e yang, convivenza di contrari e perfezione accettabile una volta compresa la compenetrazione naturale dei due sensi della vita, del bene e del male, del piacere e del dolore, della presenza e dell’assenza.
La canzone è composta di due parti fatte di strofa più ritornello, inframezzate da fraseggi musicali immersi in atmosfere liquide senza dubbio poco modaiole, ma sintomo di scelte artistiche libere, a prescindere dal mercato. E questo coraggio discografico e questa onestà creativa sono da segnalare, riconoscendo a Pier Cortese e alla sua nuova canzone un valore non solo estetico ma anche, in qualche modo, etico.
Una canzone in cui con voce torbida e minimale ci colpisce con frasi scelte, precise, aguzze, che ci dicono di vedere il buono anche quando sembra non esserci: per esempio c’è il sole anche se piove tanto… sento profumo di niente ma mi piace lo stesso… Oppure ci dice quanto sia inutile recriminare: Cerco di non pensare, ma solo perché non mi piace ritrovarmi nelle nostalgie passate, che non servono a niente perché sono passate. Di fondo c’è sempre un amore finito, un classico, ma il cantautore ne affronta la fine cercando di riaffiorare inevitabilmente nel mare propria vita. Una bella canzone di moderno indie, da ascoltare.
PH. Magda Pederecka