Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
Diodato ha raggiunto una maturità apprezzabile e sempre più difficile per un cantautore che consolida la sua faticosa carriera con una vittoria al recente Festival di Sanremo (con “Fai rumore”). Bella la canzone che gli ha dato il posto più alto del podio, anche se non particolarmente originale.
Ma sicuramente segnale che, forse, la canzone italiana di più classica fattura, costantemente sotto assedio nelle classifiche da parte di rap e trap, sta resistendo, con l’italianità delle melodie e la forza semplice delle emozioni vere. Come quelle che sicuramente hanno mosso le dita e il cuore mentre componeva e scriveva il suo ultimo album, “Che vita meravigliosa”, un album solido, scritto con coerenza ed onestà.
In una grande quantità di canzoni “ovviamente” d’amore, segnaliamo una canzone diversa, “Il commerciante”, probabilmente scritta di getto o quasi, come s’intravede dai versi iniziali: Ho incontrato un commerciante vecchio stile / e ora gli scrivo una canzone / perché mi ha fatto stare bene (frase che dà senso conclusivo alla frase precedente e ha valore di conseguenza per il periodo che segue) parlare d’olio del motore / con un intenditore.
Ne parliamo in un momento come questo, dove per i motivi che tutti conosciamo siamo costretti a rivedere i rapporti interpersonali, le priorità, l’importanza di incontrarsi, parlarsi, scambiarsi parole e strette di mano, perché la canzone di Diodato parla dell’importanza dell’onestà dei rapporti umani, che in commercianti vecchio stampo sono ancora fortunatamente presenti – seppur sempre più una rarità, in tempi di grandi catene di negozi e Ipermercati – come esempio edificante, che dovrebbe far riflettere, visto che il commerciante, per sua legittima natura, dovrebbe pensare ai suoi affari.
E invece: … mi ha spiegato che quell’olio che cercavo / lui ce l’aveva in due diverse confezioni. / La prima cara, perché quello che compravo / era anche il nome noto dei suoi produttori. / E la seconda, che costava molto meno. / Mi garantiva le stesse prestazioni… / mi ha detto: “scegli tu che per me sono uguali”. Per questo Diodato arriva ad una considerazione importante che esprime in modo efficace nel ritornello, che ci piace riportare per intero: Ed io ho pensato che / è diventato difficile trovare persone competenti, / innamorate di un lavoro normale. / Ho pensato che/ è tutto un grande centro commerciale, / con le passioni in saldo, / vite in offerta speciale.
Qualcuno potrebbe forse dire retorico o un po’ moralista, ma non guasta in uno scenario anche musicale di decadenza dei valori più civili e di violenza verbale e non. Così, ogni tanto, ci sta ricordare una piccola verità in una bella canzone come questa. No?