Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare meritatamente di un appellativo come “bella”, se non in modo oggettivo, almeno in modo circostanziato? A prescindere d mode e fanatismi, gusti e preconcetti? Speriamo e ascoltiamo.
Francesco Gabbani è riuscito nella difficile impresa di dare ad una canzone d’amore, sostanzialmente a quella che possiamo definire una ballad, la stessa identità – scanzonata e seria al tempo stesso – e la stessa cifra stilistica che lo hanno contraddistinto nei suoi grandi successi, nuovamente preciso e originale nella forma e simpaticamente dinoccolato nelle esecuzioni. “Viceversa” è il titolo del brano in questione, che Gabbani ha presentato al recente Festival di Sanremo ottenendo un meritato secondo posto che, per molti, poteva benissimo essere un gradino più in su.
Il cantautore di Carrara propone, nel pieno rispetto del suo stile, una canzone dalla melodia facile e a tratti addirittura “bambinesca”, quasi da Zecchino d’Oro per intenderci (cosa che la rende di facile presa perché va a toccare corde “infantili” del nostro inconscio, che ce la fanno piacere senza sapere bene perché), ma al tempo stesso dalla struttura e scrittura complessa, gestita però con estrema professionalità, sia compositivamente che testualmente, grazie alla mano di quel grande autore che è Pacifico.
Pacifico gestisce in modo perfetto la scrittura di frasi melodiche molto lunghe senza mai essere banale o non musicale, accompagnandoci nella lunga considerazione sulla sua storia d’amore che fa il cantante senza annoiare mai, ma anzi, conducendoci con interesse sempre vivo fino all’apice melodico del ritornello, che apre quasi in sordina per arrivare soddisfatti all’acme di tensione, rappresentato proprio da quel Viceversa che dà il titolo al brano sanremese. E, logicamente, al nuovo album dell’artista.
Interessanti rime moderne come down/sound si alternano a considerazioni semplici ma a loro modo filosofiche, di quella filosofia del quotidiano che fa bene sentire e condividere grazie a una canzone, una canzone d’amore, che ci ricorda che l’amore, al di là di tutte le considerazioni che possiamo fare, è quella cosa che ci fa stare bene. E viceversa. Ottimo anche il crescendo musicale e di senso dello special, che lavora in intensità emotiva e melodica per arrivare al punto massimo con un liberatorio “ti amo”.
Bravo Gabbani, baffo e simpatia da moderno Modugno, artista che è riuscito dopo anni di tentativi e fatica artistica a perfezionare uno stile, ora riconoscibile ed apprezzabile da tutti, e portarlo ad una ribalta meritata, con una nuova canzone, scritta molto bene, nel testo e nella musica, performata in un modo comunicativo e convincente, credibile e piacevole. Insomma, bentornato e grazie per averlo fatto, ancora, con una bella canzone.