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Cos’è il Blackout Challenge? Parla il papà di Igor a Le Iene

Cos'è il Blackout Challenge? Parla il papà di Igor a Le Iene

Cos'è il Blackout Challenge? Parla il papà di Igor a Le Iene: "È una scelta di vita: sai che c’è un pericolo, è meglio informarlo e dire ‘guarda i rischi sono questi, puoi morire’, oppure nasconderlo e far finta che non c’è? Io penso sia meglio sapere e informare, perché i ragazzi comunque non è che vogliono morire".

Negli ultimi anni sul web c’è stata la diffusione di tanti giochi virali che spingono molti adolescenti a sfide pericolose con se stessi. Tra le vittime ricordiamo Igor Maj, un quattordicenne di Milano che, digitando su Internet “giochi pericolosi in Rete” si è imbattuto nel Blackout Challenge che ha come obiettivo quello di provocare un momentaneo svenimento attraverso la deprivazione di ossigeno.

“Igor si è attaccato una corda al collo e si è soffocato. Io ho pensato al suicidio, ma mi sembrava impossibile. Non capivo cosa potesse essere successo”, ha dichiarato il papà Ramon Maj in un’intervista che andrà in onda a Le Iene su Italia 1 in prima serata martedì 2 aprile 2019.

La morte a causa del Blackout Challenge non è intenzionale, ma è una conseguenza tragica di questa attività priva di senso. Anche se la mancanza di ossigeno potrebbe non portare direttamente al decesso, durante lo svenimento è possibile battere la testa, ferirsi o cadere: le conseguenze potrebbero essere fatali.

Igor, per l’appunto, è stato trovato impiccato con una corda da roccia nella sua camera: in un primo momento si è pensato ad un suicidio, ma negli ultimi video visti su YouTube e nelle ricerche effettuate su Google sono stati trovati proprio riferimenti a questo gioco.

“È sempre stato un bambino allegro, appassionato di arrampicata. A scuola andava bene, nello sport anche. Il giorno prima è stata una giornata particolarmente bella, abbiamo giocato insieme […] Vedendo una ca**ata del genere avrei avuto almeno gli strumenti per fargli capire quanto grossa è quella cazzata, perché l’idea di fondo è che uno possa controllare il soffocamento, ma il soffocamento ti porta allo svenimento e non lo controlli più. Con questa informazione in testa Igor non l’avrebbe fatta questa ca**ata”.

Se Ramon avesse saputo ne avrebbe potuto parlare con suo figlio e forse tutto questo non sarebbe accaduto: “È una scelta di vita: sai che c’è un pericolo, è meglio informarlo e dire ?guarda i rischi sono questi, puoi morire’, oppure nasconderlo e far finta che non c’è? Io penso sia meglio sapere e informare, perché i ragazzi comunque non è che vogliono morire”.