Site icon Bellacanzone

Cos’è il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF)?

Cos’è il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF)?

Cos'è il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF)?

Elena Sofia Ricci torna su Rai 1 per dare volto e anima a Rita Levi-Montalcini per un film tv che vuole omaggiare la vita straordinaria di una donna che ha consacrato tutta se stessa alla scienza e al progresso dell’umanità intera.

Il film parte dal culmine della carriera scientifica della Montalcini e analizza con sensibilità il dilemma morale che le ha amareggiato gli ultimi anni di attività: l’impossibilità di trovare un’applicazione clinica alla sua scoperta scientifica, il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF)

Ma cos’è il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF)?

Non è azzardato affermare che la scoperta del Nerve growth factor (NGF), presto seguita dall’identificazione dell’Epidermal growth factor (EGF), costituisce un avanzamento delle nostre conoscenze nel campo biologico paragonabile a quello che si è verificato con l’identificazione del primo ormone o del primo neurotrasmettitore. Il ruolo biologico di molti fattori di crescita, inoltre, è fortemente interconnesso con l’insorgenza di vari tipi di tumori; una mutazione nel gene che codifica la sintesi del fattore di crescita o del recettore corrispettivo può indurre una proliferazione incontrollata della cellula bersaglio con conseguente trasformazione da normale a neoplastica. La scoperta del NGF ha suggerito l’ipotesi, in seguito confermata, che esistano proteine analoghe al NGF ma dotate di azione su altre popolazioni nervose che sono collettivamente denominate ‘neurotrofine’. La funzione del NGF e di altre neurotrofine consiste principalmente nel promuovere il differenziamento delle cellule bersaglio e nel garantirne la sopravvivenza una volta che abbiano raggiunto la piena maturazione strutturale e funzionale. Nell’ultimo decennio del Novecento è emerso in modo inequivocabile che quest’azione trofica o vitale non sempre si esplica in modo, per così dire, ‘attivo’ ma, al contrario, consiste in un’azione inibitoria, nel tenere cioè sotto controllo un programma di morte che è presente nel DNA di ogni cellula e denominato ‘apoptosi’. Nel sistema nervoso il programma di morte per apoptosi svolge un ruolo fondamentale sia nello sviluppo sia nell’adulto. Nei primi anni di vita postnatale il cervello è costituito da un numero circa doppio di neuroni rispetto a quelli presenti al termine dell’adolescenza: quelli che falliscono nella costituzione delle reti nervose debbono essere eliminati tramite l’apoptosi per evitare l’eccedenza numerica. Tra i fattori modulatori della formazione dei circuiti vi è anche il NGF e vi sono evidenze sperimentali che numerose malattie degenerative, fra le quali si annoverano anche le demenze senili, siano provocate dalla carenza, per motivi vari, di una o più neurotrofine come il NGF.

Le indagini condotte nell’ultimo decennio hanno messo sempre più in evidenza il ruolo ‘organismico’ del NGF, con la dimostrazione di un suo coinvolgimento non solo nel sistema nervoso centrale e periferico ma anche nel sistema endocrino e in quello che presiede alla difesa dell’organismo. Queste scoperte, a loro volta, si inseriscono nella necessità di valutare le singole azioni del NGF in un contesto che analizza e valuta una determinata risposta tramite un approccio globale, olistico. Non a caso è nata e si va sempre più affermando una nuova disciplina denominata con la locuzione anglosassone system biology. Disciplina che non sarebbe potuta nascere un decennio fa poiché richiede un duplice intervento ? multi- e interdisciplinare ? i cui risultati possono solo oggi essere valutati grazie all’impiego di tecnologie sofisticate e all’analisi dei dati raccolti tramite potenti elaboratori elettronici.

riporta Treccani