Intervistata da Tv, Sorrisi e Canzoni, Claudia Pandolfi ha parlato della nuova fiction di successo della Rai dove interpreta Alessia e di alcuni aspetti della sua vita privata.
Una fiction di grande successo
Un ritorno tra i più attesi quello di Giuseppe Fiorello che riapproda su Rai1 con la nuova serie “Gli orologi del diavolo”, una storia di grande impatto emotivo tratta da una vicenda realmente accaduta e liberamente ispirata all’omonimo libro scritto da Gianfranco Franciosi e Federico Ruffo.
Ad affiancare Giuseppe Fiorello in questa fiction, c’è anche Claudia Pandolfi nei panni di Alessia, la donna che saprà stare al fianco di Marco anche nei momenti più bui e difficili.
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Il personaggio di Alessia
“Al momento ai telespettatori viene dato un assaggio del mio personaggio” – spiega la Pandolfi a Tv, Sorrisi e Canzoni – ” Tra lei e Marco c’è un contatto visivo: lei lo guarda, lui le sembra felice con la moglie, mentre sono insieme a cena e cantano al karaoke. Invece, di lì a poco, la vita di entrambi cambierà completamente. [..] anche Alessia è sposata, ma suo marito la picchia. Con tre figli, uno adolescente e due gemelle di 7 anni è in cerca di affetto. Con Marco troverà la sua “normalità” anche se la scelta di seguirlo, quando tutti gli altri lo abbandoneranno, compresa la moglie Flavia, di normale non ha nulla. Perché lui, un bravo meccanico nautico, è un infiltrato della polizia tra i narcotrafficanti spagnoli che usano le sue barche per trasportare la droga. E presto dovrà entrare in un programma di protezione per testimoni“.
Claudia Pandolfi sul set
Quando le viene chiesto com’è sul set, la Pandolfi risponde: “Sono molto disciplinata, ma fondamentalmente mi diverto. Perché non sono un’attrice, io faccio l’attrice. Se possibile, non faccio pause quando lavoro: io tirerei 10 ore su un set. Questo lavoro mi è piovuto addosso 16 anni. Provo un senso di gratitudine primordiale perché mi è capitato, ma in realtà io da ragazza volevo fare l’insegnante di ginnastica artistica“. Poi aggiunge: “Per me è difficile dirmi ‘brava’, ma perché non lo sono. Sono brava se mi dirigono bene, altrimenti sono scarsa. Quelli bravi sempre e comunque sono altri tipi di attori. Io preferisco accettare i miei limiti, io sono un foglio bianco in mano al regista. [..] Amo i ruoli monicelliani, il comico che passa attraverso il dramma, la commedia amare. Perché in fondo la vita è una commedia scritta da un sadico“.